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Vittorio Sgarbi e la depressione, lo psichiatra: “Fondamentali le cure farmacologiche e il supporto della famiglia”



Lo scorso 24 marzo è stata resa nota la notizia del ricovero di Vittorio Sgarbi presso il Policlinico Gemelli di Roma, dove si trova sotto osservazione specialistica da dieci giorni a causa di una grave forma di depressione. La condizione del critico d’arte, che ha smesso di alimentarsi, è in lieve miglioramento, ma richiede ancora monitoraggio continuo. Sul caso è intervenuto Claudio Mencacci, psichiatra e past president della Società Italiana di Psichiatria, che ha spiegato la complessità della sindrome depressiva che affligge Sgarbi.



“Anche una persona iperattiva come Vittorio Sgarbi può cadere nella depressione, rifiutarsi di vivere e lasciarsi andare”, ha dichiarato Mencacci all’Adnkronos. “È fondamentale che riceva cure farmacologiche adeguate e che i familiari gli stiano accanto con affetto e vicinanza per aiutarlo a superare questo momento delicato.”

Il noto psichiatra ha inoltre approfondito alcune delle caratteristiche più gravi della depressione, soffermandosi sui sintomi che possono manifestarsi in casi come questo. “Ci sono depressioni particolarmente gravi in cui compaiono anedonia e apatia, ossia la perdita di interesse e la mancanza di motivazione. In queste situazioni, il desiderio di vivere si assottiglia e anche l’aiuto che arriva dall’esterno può essere percepito come un fastidio” ha spiegato. Questi stati, ha aggiunto, sono spesso associati ad altre patologie, in particolare cardiovascolari, che potrebbero aggravare le condizioni fisiche e mentali del paziente. “Adesso bisogna capire se Sgarbi ha anche altre problematiche di salute che contribuiscono a peggiorare il quadro clinico.”

In una recente intervista a Robinson di Repubblica, Vittorio Sgarbi ha parlato apertamente della sua condizione, descrivendola come una combinazione di malessere morale e fisico difficile da affrontare. “La mia attuale malinconia o depressione è una condizione morale e fisica che non posso evitare. Come abbiamo il corpo, così esistono anche le ombre della mente, dei pensieri, fantasmi che sono con noi e che non posso allontanare. Non ne avevo mai sofferto. Mi sembra un treno che si è fermato a una stazione sconosciuta” ha raccontato.

La situazione di Sgarbi richiama l’attenzione sull’importanza di riconoscere e trattare tempestivamente la depressione, una malattia che può colpire chiunque, indipendentemente dal carattere o dallo stile di vita. Come sottolineato da Mencacci, “anche un uomo dai mille interessi come lui può chiudersi in se stesso e rifiutare gli stimoli e gli aiuti che arrivano dall’esterno. Tuttavia, è cruciale che familiari e amici gli stiano accanto, offrendo vicinanza e affetto.”

Per uscire da questa condizione, il critico d’arte dovrà continuare a seguire le cure prescritte, ma, secondo l’esperto, sarà fondamentale anche valutare attentamente il quadro complessivo della sua salute. “È importante avere ben presente le sue condizioni fisiche e psichiche, soprattutto considerando la sua età” ha concluso Mencacci.



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