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Trump lancia una stoccata a Pechino: dazi del 104% sui prodotti cinesi, cosa succederà ora?



Lo scontro commerciale tra Washington e Pechino raggiunge un nuovo livello di tensione. A partire da mercoledì 9 aprile, gli Stati Uniti inizieranno ad applicare dazi del 104% sui beni provenienti dalla Cina, in risposta all’indisponibilità del governo cinese a revocare le sue misure di ritorsione. La decisione, confermata dalla Casa Bianca, rappresenta un ulteriore passo nella guerra commerciale che ormai da mesi vede contrapposti i due Paesi.



I dazi annunciati da Washington seguono una strategia già avviata il 5 aprile, quando gli Stati Uniti hanno imposto una tariffa minima del 10% su tutte le importazioni. Per i Paesi con cui il deficit commerciale americano è più elevato, le tariffe sono state ulteriormente aumentate dal 9 aprile. Nel caso della Cina, i dazi sono saliti al 34%, sommati a quelli già in vigore, portando la tariffa complessiva al 54%. Anche altri Paesi sono stati coinvolti nella misura: l’Unione Europea ha visto l’applicazione di dazi del 20%, mentre l’India è stata colpita da tariffe del 26%.

La reazione della Cina non si è fatta attendere. Venerdì scorso, il Consiglio di Stato cinese ha annunciato l’introduzione di dazi aggiuntivi del 34% su tutti i prodotti provenienti dagli Stati Uniti, che entreranno in vigore da giovedì 10 aprile. La risposta americana è arrivata poco dopo: lunedì, il presidente Donald Trump ha minacciato di imporre un ulteriore dazio del 50% se Pechino non avesse revocato le nuove tariffe. Tuttavia, la Cina ha dichiarato di non essere disposta a cedere alle pressioni. Un portavoce del Ministero del Commercio cinese ha definito la posizione americana come “ricattatoria”, aggiungendo che il Paese sarebbe pronto a lottare “fino alla fine” se gli Stati Uniti avessero continuato su questa strada.

La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha ribadito la fermezza della posizione americana durante un briefing con la stampa. “I Paesi come la Cina, che hanno deciso di rispondere con la ritorsione ai dazi commerciali annunciati dal presidente Trump, stanno commettendo un errore”, ha affermato. “Il presidente e l’America non cederanno”, ha aggiunto, sottolineando la determinazione dell’amministrazione nel perseguire la propria politica commerciale.

Le tensioni tra Washington e Pechino stanno già mostrando i loro effetti sui mercati finanziari. Negli Stati Uniti, le prime conseguenze si sono fatte sentire a Wall Street, dove il tentativo di rimbalzo è stato frenato dall’annuncio dei nuovi dazi. Al momento, l’indice Dow Jones registra un aumento moderato dello 0,50%, lo S&P segna +0,21%, mentre il Nasdaq oscilla attorno alla parità. Gli analisti temono che l’escalation della guerra commerciale possa avere ripercussioni più ampie sull’economia globale.

La disputa tra Stati Uniti e Cina si inserisce in un contesto di crescente protezionismo, con entrambe le nazioni intenzionate a difendere i propri interessi economici. La strategia di Donald Trump si basa sulla riduzione del deficit commerciale americano, che vede la Cina come il principale partner con cui gli Stati Uniti registrano uno squilibrio significativo. Tuttavia, le misure adottate rischiano di inasprire ulteriormente le relazioni tra i due Paesi e di creare instabilità nei mercati internazionali.

Nel frattempo, anche l’Unione Europea sta valutando le proprie contromisure. I dazi imposti dagli Stati Uniti hanno spinto Bruxelles a preparare una lista di prodotti americani su cui applicare tariffe aggiuntive. La risposta europea potrebbe aggravare ulteriormente le tensioni commerciali globali, già messe a dura prova dalla disputa tra Washington e Pechino.



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