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Sara Campanella, i legali di Argentino: “La mamma non ha favorito la sua fuga, lui pensava al suicidio”



Gli avvocati difensori di Stefano Argentino, il giovane di 26 anni arrestato per l’omicidio della compagna di università Sara Campanella, hanno chiarito che la madre del ragazzo non ha avuto alcun ruolo nel tentativo di fuga del figlio. Il delitto è avvenuto a Messina nel pomeriggio del 31 marzo, presumibilmente perché la vittima non avrebbe voluto iniziare una relazione con lui. L’arresto è avvenuto nella notte del primo aprile, presso l’abitazione di famiglia a Noto, dove il giovane si era rifugiato.



Nel giorno dell’autopsia sul corpo della giovane, la madre di Argentino ha deciso di rendere dichiarazioni spontanee ai carabinieri di Messina. Lo hanno confermato i legali del ragazzo, gli avvocati Stefano Andolina e Rosa Campisi, che oggi, venerdì 4 aprile, hanno incontrato per la prima volta il loro assistito in carcere, dopo che il precedente difensore aveva rinunciato all’incarico.

Secondo quanto riportato dai difensori, la madre di Stefano Argentino ha voluto chiarire la sua posizione, negando di aver agevolato la fuga del figlio. La donna ha raccontato ai carabinieri di aver ricevuto una telefonata dal ragazzo subito dopo il delitto, durante la quale lui avrebbe espresso un forte stato di disperazione e minacciato il suicidio. “Il figlio non ha mai fatto riferimento però durante la chiamata all’omicidio. Faceva riferimento solo a una vita fallita”, hanno spiegato gli avvocati.

La madre si trovava a Noto al momento della chiamata e, temendo per la vita del figlio, si è immediatamente recata a Messina. Durante il viaggio, ha mantenuto il contatto telefonico con lui per cercare di calmarlo e scongiurare un gesto estremo. Solo pochi minuti prima di arrivare a casa, Stefano Argentino le avrebbe confessato l’omicidio. Poco dopo, i carabinieri hanno fatto irruzione nell’abitazione e proceduto all’arresto.

Gli avvocati hanno sottolineato che la donna non era a conoscenza del crimine né durante la telefonata né nel momento in cui ha riportato il figlio a casa. “La signora – ripeto – non sapeva dell’omicidio: né quando va a Messina né quando insieme al figlio rientra a casa a Noto”, hanno ribadito i difensori. La madre, distrutta dal dolore, si è recata spontaneamente dai carabinieri già il giorno successivo all’arresto del figlio per fornire la sua versione dei fatti, ma è stata indirizzata a Messina per formalizzare la sua deposizione.

La famiglia di Stefano Argentino vive una situazione di profondo trauma, secondo quanto riferito dai legali. “Anche la famiglia del nostro assistito è distrutta a pensare che Sara Campanella è morta e che oggi è sottoposta a autopsia”, hanno dichiarato. La madre, accusata inizialmente di favoreggiamento, è descritta come una donna provata dalla tragedia, incapace di dormire e sopraffatta dal dolore.

Il giovane, incontrato per la prima volta dai suoi nuovi avvocati nella mattina di oggi, appare in condizioni psicologiche e fisiche estremamente critiche. “È molto provato e non mangia da quattro giorni. Siamo stati sollecitati dalle guardie penitenziarie di convincerlo a mangiare”, hanno spiegato i difensori. Durante il colloquio, Argentino avrebbe espresso poche parole, lasciando intendere un profondo senso di colpa. “Più pentito di una persona che si vuole suicidare? Penso che sia la versione più alta del pentimento”, ha aggiunto uno degli avvocati.

L’omicidio di Sara Campanella, avvenuto presumibilmente per il rifiuto della giovane di intraprendere una relazione con Stefano Argentino, ha sconvolto la comunità di Messina. La vicenda è resa ancora più drammatica dalle dinamiche familiari che hanno accompagnato le ore successive al delitto. L’autopsia sul corpo della vittima, prevista per oggi, potrebbe fornire ulteriori dettagli utili alle indagini.



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