Monica Lorenzatti, madre di Gioia, una bambina di nove anni deceduta in un tragico incidente stradale il 27 ottobre 2017, ha raccontato il suo dramma in un’intervista. La piccola era in auto con la cugina Ginevra, di 17 anni, anch’essa pattinatrice, e le rispettive madri. Lorenzatti era alla guida del veicolo quando si è verificato lo scontro con un camion.
L’incidente ha avuto conseguenze devastanti: oltre alla morte di Gioia e Ginevra, anche la sorella gemella di Lorenzatti, Graziella, è deceduta 20 mesi dopo la tragedia. L’uomo al volante del camion, Alberto Marchetti, 66 anni, è stato condannato a due anni di reclusione per omicidio stradale. Monica Lorenzatti è stata condannata anch’essa a due anni, ma ha dichiarato di non aver commesso alcun errore.
In un’intervista rilasciata a TorinoCronaca, Lorenzatti ha descritto la condanna di Marchetti come una “piccola vittoria”, considerando che inizialmente era stato scagionato dalla Procura. “Alla penultima udienza pensavo che il pubblico ministero chiedesse la condanna solo per me,” ha spiegato. “Ma io ho dimostrato che non ho fatto nulla. Ora, insieme ai miei avvocati Claudio Tasin e Karol Pescosta, aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza, ma so già che farò ricorso in appello per far riconoscere la mia innocenza.”
Secondo le indagini, l’incidente sarebbe stato causato da una brusca frenata del camion, ma si ipotizza anche un concorso di colpa da parte di Lorenzatti. La donna, però, sostiene di non aver viaggiato a una velocità eccessiva. “Io viaggiavo a 78 chilometri orari e quel tir davanti a noi ha decelerato da 90 chilometri orari a 7 nel giro di pochi secondi, senza segnalatori luminosi di stop. Come potevo evitarlo?” ha dichiarato.
La perdita della figlia ha segnato profondamente la vita di Monica Lorenzatti, che ha affermato: “So che non può riportarmi mia figlia, ma tanto vivo già da 7 anni in una prigione di dolore. Non ho paura della pena, voglio solo la verità per mia figlia, mia nipote e mia sorella.”
Il dramma di Lorenzatti e della sua famiglia ha suscitato un ampio dibattito pubblico, sollevando questioni sulla sicurezza stradale e sulle responsabilità in caso di incidenti. La condanna di Marchetti ha portato a riflessioni sulla giustizia per le vittime della strada e sui diritti delle famiglie colpite da tragedie simili.
Mentre si prepara a presentare ricorso, Monica continua a lottare per ottenere giustizia e chiarezza su quanto accaduto. La sua testimonianza è un richiamo alla necessità di un sistema giuridico che tuteli le vittime di incidenti stradali e riconosca le loro sofferenze.
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