La perquisizione effettuata nella residenza di Sebastiano Visintin ha portato al sequestro di centinaia di oggetti da taglio, tra cui coltelli e forbici di varie forme e dimensioni, oltre a un paio di guanti. Questa operazione, condotta dalla Polizia su richiesta della pubblico ministero Ilaria Iozzi, si è svolta nella notte tra l’8 e il 9 aprile presso l’abitazione di via del Verrocchio, a Trieste. L’intervento è stato meticoloso e ha visto gli agenti setacciare l’appartamento fino all’alba.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Piccolo, il numero di utensili sequestrati supera i 700, includendo anche un maglione. La presenza di questi strumenti è stata giustificata dal fatto che Visintin aveva trasferito a casa sua un vecchio laboratorio dove esercitava l’attività di arrotino, e molti degli oggetti potrebbero appartenere a clienti.
Attualmente, Visintin è l’unico indagato per l’omicidio di Liliana Resinovich, sua moglie, scomparsa il 14 dicembre 2021 e trovata morta il 5 gennaio 2022 nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste, oggi noto come parco di San Giovanni. Il corpo della 63enne era stato scoperto in posizione fetale, racchiuso in grandi sacchi di plastica. Inizialmente, la Procura aveva ipotizzato un suicidio, ma una recente perizia condotta dall’antropologa forense Cristina Cattaneo ha confermato l’ipotesi di omicidio, sostenuta da tempo dai familiari della donna.
La svolta nelle indagini è stata comunicata durante la trasmissione Quarto Grado l’11 aprile, con la notizia dell’iscrizione di Visintin nel registro degli indagati. Attualmente, l’uomo si troverebbe in Austria. In un commento successivo, Visintin ha espresso il suo dolore e sorpresa per essere indagato: “Questo è un momento delicato, di dolore, sono indagato, ho perso la moglie, in questi anni ho cercato di capire cosa sia successo a Liliana, e trovarmi oggi indagato è la cosa peggiore che potesse capitarmi”.
D’altra parte, Claudio Sterpin, amico speciale di Liliana, ha accolto con favore l’indagine: “Finalmente! Da tre anni aspettavo questo momento. Bene, anche se è sempre troppo tardi perché questa cosa dovevano farla gli investigatori di allora e invece si sono dimostrati almeno negligenti, altrimenti si sarebbero accorti di tutte le incongruenze”. Sterpin ha inoltre ringraziato il fratello di Liliana, Sergio, e altri parenti per aver impedito la cremazione del corpo, permettendo così alle indagini di proseguire.
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