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L’Aquila, ucciso dal fratello a colpi di martello e ripetutamente travolto dall’auto



I carabinieri di L’Aquila hanno ricostruito in dettaglio gli eventi che hanno portato all’omicidio di ieri, 26 marzo, quando Davide Lanciani, 55 anni, ha presumibilmente ucciso il fratello maggiore, Stefano Lanciani, di 59 anni. Il 55enne è stato arrestato in flagranza di reato e ora attende di essere interrogato.



Secondo la ricostruzione fornita dai militari, i due fratelli si erano dati appuntamento nei pressi dell’abitazione di uno di loro e, già mentre si trovavano in auto, avrebbero iniziato a litigare al telefono. Al momento dell’incontro, si è verificato un contatto tra le loro vetture e i due sono scesi per affrontarsi. La lite è degenerata rapidamente, culminando quando Davide ha preso un martello e ha colpito il fratello. Dopo l’aggressione iniziale, è risalito in auto, ha messo la retro e ha investito Stefano, che era già a terra.

Durante questa manovra, Davide ha anche urtato un’altra vettura, alla cui guida si trovava un uomo sconosciuto. Quest’ultimo, pensando inizialmente che si trattasse di un semplice incidente tra auto, è sceso per verificare la situazione. Tuttavia, dopo aver compreso la gravità dell’accaduto, si è allontanato in fretta e ha chiamato i soccorsi.

Nel frattempo, Davide ha continuato la sua azione omicida, investendo il fratello altre due o tre volte. La sua auto ha finito per scivolare lateralmente su un pendio, finendo su una strada secondaria e privata. Con Stefano ancora intrappolato sotto il veicolo, Davide lo ha investito per la quarta volta.

A fermarlo sono stati due marescialli allievi della Guardia di Finanza, in servizio non attivo, che si trovavano a passare per caso. Nel frattempo, sono giunti anche i carabinieri, che hanno estratto Davide dall’auto e lo hanno arrestato. Stefano è stato trasportato d’urgenza all’ospedale San Salvatore, ma le sue condizioni erano disperate. Poco dopo il suo arrivo, i medici hanno dovuto dichiararne il decesso.

Stefano Lanciani era un noto professore nella città di L’Aquila, dove insegnava all’Istituto d’Istruzione Superiore “A. D’Aosta”. La scuola ha espresso il suo cordoglio in un post su Facebook, affermando: “La comunità scolastica del D’Aosta, attonita, piange la morte del professor Stefano Lanciani e stringe la moglie Marinella e i familiari tutti in un abbraccio commosso.”

La Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo per omicidio e ha disposto un’autopsia sul corpo della vittima. Dalle prime indagini, sembra che la lite tra i due fratelli sia scoppiata a causa di questioni legate all’eredità, in seguito alla morte del padre avvenuta un anno fa. Questo contesto familiare teso potrebbe aver contribuito all’escalation della violenza.

Il caso ha suscitato grande attenzione nella comunità locale, non solo per la brutalità dell’atto, ma anche per il profondo legame che esisteva tra i due fratelli, ora tragicamente spezzato. La notizia dell’omicidio ha colpito profondamente gli abitanti di L’Aquila, che ricordano Stefano non solo come un educatore stimato, ma anche come una persona benvoluta e rispettata.



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