Sara Campanella, una giovane di 22 anni, è stata tragicamente uccisa il 31 marzo a Messina, a pochi passi dalla laurea che attendeva con entusiasmo. La studentessa, iscritta al corso di Tecniche di laboratorio biomedico presso il Policlinico della città siciliana, è stata accoltellata ripetutamente subito dopo aver terminato una lezione. Le indagini hanno portato all’arresto di Stefano Argentino, il presunto assassino, rintracciato dai carabinieri di Messina e Siracusa in una casa dei genitori, situata a 180 chilometri dal luogo del delitto.
Nella mattinata del 2 aprile, Argentino ha confessato durante l’interrogatorio di garanzia, ma il suo avvocato, Raffaele Leone, ha dichiarato che il suo assistito non ha fornito spiegazioni sui motivi che lo hanno spinto a commettere l’omicidio. Testimonianze di compagne di università indicano che il presunto aggressore, anche lui studente, molestava Sara da due anni, inviandole messaggi e pedinandola, non accettando il rifiuto dei suoi sentimenti.
La professoressa di Sara, Pasqualina Laganà, ha condiviso dettagli sulla studentessa, descrivendola come una giovane determinata e appassionata. “Era una studentessa che doveva laurearsi tra pochi mesi, aveva già chiesto la tesi. Era in regola con tutto il percorso universitario: frequentava tutti i laboratori. Era il suo sogno. Voleva fare la tesi in oncologia. Faceva tirocinio qui da noi al Policlinico: per le prossime tre settimane sarebbe stata nel mio laboratorio”, ha dichiarato Laganà.
Le compagne di università di Sara hanno immediatamente collaborato con le forze dell’ordine, testimoniando l’affetto che circondava la giovane. “Assolutamente, tutti i suoi colleghi le volevano bene, tranne uno”, ha aggiunto la professoressa, evidenziando il clima di sostegno che circondava Sara.
In merito alla possibilità di conferire a Sara la laurea postuma, Laganà ha affermato: “Non ne abbiamo ancora parlato ufficialmente ma penso che sarà una delle prime cose: intraprenderemo l’iter per farlo. L’intenzione c’è”. Questo gesto rappresenterebbe un tributo alla vita e agli studi di Sara, che tanto desiderava completare il suo percorso accademico.
Oggi, i compagni di università di Sara non si sono presentati a lezione, decidendo di prendersi del tempo per elaborare il lutto. “Non torneranno prima di lunedì. Per noi è abbastanza complicato. Siamo senza parole. Sono esperienze terribili”, ha dichiarato Laganà, sottolineando la gravità della situazione.
La professoressa ha avuto anche un colloquio telefonico con la madre di Sara, la quale ha espresso gratitudine per il supporto ricevuto. “Ha ringraziato per quello che abbiamo fatto per Sara. Ha confermato che sua figlia era entusiasta degli studi che stava facendo. Così come della tesi e dei laboratori”, ha riferito Laganà, evidenziando l’impatto positivo che Sara aveva sulla comunità accademica.
In seguito all’omicidio, la città di Messina si è mobilitata per onorare la memoria di Sara. Una fiaccolata è stata organizzata per la sera del 2 aprile, con centinaia di partecipanti che hanno voluto esprimere la loro solidarietà e il loro dolore per la perdita di una giovane promessa.
Il caso di Sara Campanella ha riacceso il dibattito sul tema della violenza di genere e sul femminicidio, suscitando indignazione e rabbia tra i giovani e la comunità. La sua tragica scomparsa rappresenta un monito sulla necessità di affrontare seriamente queste problematiche e di proteggere le donne da atti di violenza.
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