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Detenuto cerca di strangolare un agente a Trani: è il fratello dell’ex calciatore Antonio Cassano



Un detenuto ha aggredito un agente della Polizia Penitenziaria nel carcere di Trani, stringendogli il collo fino a farlo svenire e provocandogli una ferita alla testa.



Grave episodio nella serata di lunedì 14 aprile all’interno del carcere di Trani, dove un agente della Polizia Penitenziaria è stato vittima di un’aggressione da parte di un detenuto. Il poliziotto, sorpreso alle spalle, è stato strangolato fino a perdere i sensi e, cadendo, ha urtato violentemente la testa contro un cancello in ferro, riportando una ferita lacero-contusa e una prognosi medica di 15 giorni.

L’autore dell’aggressione sarebbe Giovanni Cassano, noto per essere il fratellastro dell’ex calciatore Antonio Cassano, con il quale, secondo quanto è stato riportato, non ha mai avuto alcun tipo di relazione. Il detenuto è attualmente rinchiuso nella casa circondariale tranese per reati quali furto, rapina e ricettazione, e non è nuovo ad episodi di violenza. In passato, infatti, era già stato protagonista di comportamenti aggressivi in altri istituti di detenzione pugliesi dove ha scontato parte della sua pena.

A diffondere la notizia è stato il Sappe, il Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria, attraverso le parole del suo segretario nazionale Federico Pilagatti. Il sindacalista ha spiegato che tutto è accaduto in un momento apparentemente ordinario: “Più volte abbiamo avvertito che questa escalation di aggressioni, che verrebbero ‘perdonate’ dall’amministrazione penitenziaria, avrebbe portato alle estreme conseguenze. E nella serata di ieri siamo quasi arrivati ad un punto di non ritorno allorquando un detenuto con qualche problema psichiatrico avrebbe chiesto di andare all’infermeria”, ha dichiarato.

Secondo la ricostruzione fornita, Cassano avrebbe chiesto di essere accompagnato presso il presidio sanitario della struttura. Mentre l’agente addetto apriva la sua cella per accompagnarlo, è stato improvvisamente aggredito: “Dopo essere stato autorizzato – ha continuato Pilagatti – l’addetto alla sezione apriva la stanza del detenuto e, mentre lo accompagnava verso il presidio sanitario, improvvisamente sentiva le mani dello stesso che gli stringevano il collo così forte da farlo svenire e cadere a terra. Purtroppo, nella caduta urtava la testa al cancello in ferro”.

Fortunatamente, altri agenti presenti nei paraggi sono accorsi rapidamente in aiuto del collega, evitando conseguenze ancora più gravi. Il sindacato ha sottolineato che si è trattato di un evento estremamente pericoloso, che ha sfiorato la tragedia. “Non sappiamo cosa sarebbe potuto accadere se non fossero intervenuti gli altri poliziotti in soccorso dello sfortunato collega, ma sicuramente siamo andati molto vicino alla tragedia”, ha aggiunto Pilagatti.

Il Sappe ha poi criticato duramente l’attuale gestione dell’amministrazione penitenziaria, ritenuta troppo tollerante nei confronti di detenuti considerati pericolosi: “Ma veramente l’amministrazione penitenziaria sta aspettando che ci scappi il morto prima di prendere provvedimenti? Diciamo ciò poiché il detenuto responsabile di tale atto, con una fedina penale importante – furti, ricettazione, fine pena 2036 – è diventato ‘famoso’ per le aggressioni e gli atti di violenza che hanno costellato le sue apparizioni nelle varie carceri pugliesi, ottenendo l’avvicinamento a casa come ‘premio’”.



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