Oggi è previsto l’interrogatorio di Stefano Argentino, il 27enne fermato la notte del primo aprile con l’accusa di aver ucciso Sara Campanella con una coltellata alla gola a Messina. L’avvocato Raffaele Leone, contattato dalla famiglia di Argentino per difendere il giovane, ha rifiutato il mandato, definendo la sua scelta come “una scelta personale”. Rimane da chiarire chi sarà il legale che rappresenterà Stefano durante il suo interrogatorio, nel quale avrà l’opportunità di fornire la sua versione dei fatti ai magistrati.
Secondo le prime ricostruzioni, Stefano sarebbe stato ossessionato da Sara per almeno due anni, probabilmente a causa di un amore non corrisposto. Questa ossessione l’avrebbe portato a pedinarla ripetutamente. Entrambi frequentavano lo stesso corso di laurea e, nel pomeriggio del 31 marzo, Stefano ha seguito Sara mentre usciva dal Policlinico universitario, dove stava svolgendo un tirocinio. Sara si era accorta della sua presenza e aveva inviato un messaggio alle amiche, che potrebbe essere interpretato come una richiesta di aiuto: “Dove siete? Il malato che mi segue”.
Le telecamere di sorveglianza hanno immortalato Stefano mentre attendeva Sara all’esterno del padiglione in cui la vittima aveva seguito le sue lezioni. Nel provvedimento di fermo, si legge che Argentino sarebbe uscito “dall’ingresso del Policlinico da solo e di corsa, imboccando le scalette per poi tornare indietro e raggiungere Sara“. Da quel momento, tra i due sarebbe scoppiato un litigio, durante il quale Sara avrebbe cercato di liberarsi dalla presa di Stefano. Secondo quanto riportato, le sue grida di aiuto sono state udite mentre lui la immobilizzava. Sara è stata accoltellata alla gola e, nonostante abbia fatto alcuni passi prima di cadere a terra, è morta pochi minuti dopo il suo arrivo al Policlinico di Messina, dove studiava.
Dopo l’omicidio, Stefano Argentino è fuggito. Le amiche di Sara hanno immediatamente collaborato con i carabinieri, fornendo informazioni che hanno condotto all’individuazione del 27enne. I militari di Messina, insieme ai colleghi della provincia di Siracusa, hanno rintracciato Stefano nella casa vacanza di Noto, di proprietà della madre. Questo luogo si trovava a circa 180 chilometri dal luogo del delitto. Gli inquirenti stanno ora indagando su possibili complici, poiché ci sono dubbi che Stefano possa aver ricevuto aiuto nella sua fuga. Gli investigatori sono attivamente impegnati nell’identificazione di “soggetti terzi che, nelle immediatezze dei fatti”, avrebbero potuto assisterlo nel far perdere le proprie tracce.
La situazione è complessa e le autorità stanno conducendo accertamenti approfonditi per comprendere meglio la dinamica dell’omicidio e il ruolo di eventuali complici. La comunità di Messina è scossa da questo tragico evento, e la famiglia di Sara Campanella sta affrontando un dolore inimmaginabile, mentre il fratello della vittima ha già espresso il suo disappunto per l’atto violento, sottolineando che “non si può agire così solo perché un amore non è ricambiato”.
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