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“Aiutatemi a darle voce, non sapevamo fosse perseguitata”: il toccante messaggio della madre di Sara Campanella



Un post toccante condiviso su Facebook da Maria Concetta Zaccaria, madre di Sara Campanella, ha attirato l’attenzione su una tragica vicenda che ha scosso la comunità di Palermo. La giovane, di soli 22 anni, è stata brutalmente uccisa a coltellate nei giorni scorsi a Messina, dove studiava. Nel suo messaggio, Maria Concetta esprime il dolore per la perdita della figlia, descrivendo come la sua vita fosse stata segnata dalla violenza. “Sara non parla più, non ride più, è fredda…non c’è più colore, non c’è più il ‘nostro sole’, non c’è più la brezza del mare che tu amavi tanto, non c’è più aria…C’è solo buio e abisso”, ha scritto la madre, evidenziando la devastazione lasciata dalla morte della ragazza.



In un altro passaggio del post, Maria Concetta racconta dei sogni di Sara, che desiderava laurearsi in oncologia e specializzarsi in anatomia patologica. “Voleva chiedere la tesi di laurea in oncologia, una ricerca sperimentale mi diceva, per poi specializzarsi e poi fare anatomia patologica per fare le autopsie. E invece adesso l’autopsia la faranno a te, amore della mia vita!!!” ha aggiunto. La madre ha lanciato un appello, chiedendo di dare voce a Sara e sottolineando l’importanza di denunciare la violenza.

Poco dopo, Maria Concetta ha condiviso una poesia dedicata alla figlia, esprimendo il suo amore eterno. “E stiamo ancora resistendo insieme. Hai tutto il mio amore. Che piova o che diluvi, sono tutto tuo”, ha scritto, manifestando il legame indissolubile tra madre e figlia.

Anche il fratello di Sara, intervenuto in un programma televisivo, ha espresso la sua indignazione per quanto accaduto. Parlando ai microfoni di Pomeriggio Cinque, ha dichiarato: “Ho letto che era un ex frequentante, che avevano litigato, che si erano lasciati pochi minuti prima quando tutto questo non è mai avvenuto”. Il giovane si riferiva a Stefano Argentino, il 26enne arrestato per l’omicidio di Sara. Secondo le indagini, Stefano era invaghito di Sara e l’aveva perseguitata per circa due anni, nonostante le sue ripetute richieste di allontanarsi.

“È un mostro. Queste sono azioni che non avranno mai un perché, non si può mai agire in questo modo solo perché un amore non è ricambiato”, ha aggiunto il fratello, sottolineando la gravità della situazione. Le parole del giovane evidenziano il crescente problema della violenza di genere e la necessità di affrontare queste dinamiche con serietà.

Secondo le ricostruzioni fornite dagli inquirenti, Stefano Argentino avrebbe atteso Sara fuori dal Policlinico di Messina, dove entrambi erano studenti. Dopo mesi di messaggi e pedinamenti, l’avrebbe aggredita con un coltello, infliggendole ferite mortali, tra cui un fendente al collo. “L’analisi dei video non lascia alcun dubbio circa l’esatta dinamica dei fatti”, hanno dichiarato i magistrati, sottolineando la chiarezza delle prove raccolte.

Il caso di Sara Campanella ha sollevato un’ondata di indignazione e tristezza nella comunità, evidenziando la necessità di una maggiore consapevolezza e prevenzione riguardo alla violenza di genere. La madre e il fratello hanno chiesto giustizia, ma anche un cambiamento culturale che possa prevenire simili tragedie in futuro. La loro richiesta di “parlare per denunciare” risuona forte, invitando tutti a non rimanere in silenzio di fronte a situazioni di abuso e violenza.

La morte di Sara non deve essere dimenticata. La sua storia è un monito per la società, affinché si faccia di più per proteggere le donne e garantire loro un ambiente sicuro. La lotta contro la violenza di genere deve essere una priorità, e le parole di chi ha subito tali violenze devono essere ascoltate e valorizzate.



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