Oggi ha avvolto Conegliano e Tarzo, frazioni venete in provincia di Treviso, la tragedia della morte di Angelo Franceschet, 75 anni, conosciuto da tutti come il “barbiere di Tarzo”. Pare trattarsi di un caso di morte per intossicazione da monossido di carbonio, proveniente da una stufetta accesa nel casolare in cui il signore si trovava.
È stato tuo marito a scoprirlo questa mattina presto, mercoledì 8 gennaio 2025. La scoperta della tragedia: Angelo era partito il giorno precedente come al solito per raggiungere Tarzo, il paesino ai piedi del quale aveva comprato un casolare anni fa. Ogni tanto ci tornava per vedere vecchi amici, occuparsi degli animali che teneva, specialmente in questo periodo in cui, diceva lui, avevano più paura del freddo che del virus.
La donna non aveva quindi pensato a nulla. Angelo tornava sempre tardi in quei giorni e lei aveva deciso che lo avrebbe lasciato a casa di amici. Ma nel suo letto non c’era e nemmeno in uno dei tanti letti delle tante camere della grande casa dove erano entrati anche i soccorritori che la guardavano nella ricerca di una risposta che dovesse essere da qualche parte e che non trovavano.
L’auto di Angelo invece era sul piazzale della fattoria. Sono questi alcuni dei dettagli che gli amici trattenuti dalla preoccupazione e i soccorritori rassicurati s’informarono quando la moglie di Angelo chiamò il primo su”. I primi soccorritori che arrivò hanno trovato Angelo accasciato senza vita seduto nella poltrona, il biberon da terriccio in mano, accanto all’agnellino che il matto gli aveva regalato.
È il biberon da bere per lui che, come purtroppo l’agnellino, è morto per le stesse esalazioni che hanno ucciso l’uomo. L’intervento dei soccorsi: sono intervenuti i soccorsi, i quali hanno solo constatato il decesso di Angelo Frank. Sei arrivano anche quelli che tentano inutilmente, non rilevando concentrationi di monossido di carbonio, dal momento che la stanza è stata già ben ventilata, di intervenire.
Tuttavia, la stufetta che il quartiere scaldare il locale e ravvivare i fuochi nelle stufette degli animali emetteva letali draconie di monossido di carbonio, provenienti dalla camera chiusa con le fessure sigillante del buon serramento forzatamente tabulate da Angelo e il giornale sotto la porta interna supplementare.
La stufa è stata sequestrata per ulteriori ulteriori accertamenti
La stufa responsabile dell’incidente è stata sequestrata e sottoposta a verifiche per determinare se avesse malfunzionato ed eventualmente contribuito alla tragedia. L’avvelenamento da monossido di carbonio, gas insapore e inodore e invisibile, viene spesso emesso da stufe difettose o posizionate in ambienti poco areati, rappresenta un serio pericolo in quanto mortale, ma silenzioso.
Reazioni della comunità locale
La notizia della morte di Angelo Franceschet ha scosso profondamente la piccola comunità di Tarzo e di Conegliano, dove l’uomo era molto ben conosciuto e coinvolto. Oltre ad essere un barbiere molto rispettato e stimato, Angelo ha trascorso la sua vita professionale aiutando e prendendo cura di persone e animali. Il sindaco di Tarzo ha reso il proprio omaggio: “ Siamo scosso dalla notizia, le nostre condoglianze vanno alla moglie e al resto dell famiglia. Tutti conoscevano il signor Angelo come il barbiere e ha svolto il lavoro per tutta la vita. Sono spiacente, è una brutta storia, ma è la triste realtà”. Altra tragedia simile
Questo non è stato l’unico lutto per avvelenamento da monossido di carbonio. Solo poco tempo fa un altro incidente simile è successo a Udine, dove una donna è morta e figlia e marito sono rimasti gravemente danneggiati. Entrambi gli eventi sottolineano l’importanza di un utilizzo sicuro e consapevole di stufe e riscaldamenti in periodo invernale e in posti chiusi. La morte di Angelo Franceschet ha lasciato nel vuoto una parte della sua comunità, ma ha certamente aperto gli occhi alla pericolosità di un gas comune, ma spaventoso.
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