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X Factor, un contratto può essere considerato come una cella



Negli ultimi giorni, i dibattiti su X Factor si sono intensificati online, sottolineando le problematiche legate ai contratti vincolanti che artisti e concorrenti del talent show sono costretti a firmare. Questa controversia è stata accesa dalla testimonianza di Giovanni Fausto, noto come Ozymandias, che ha condiviso la sua esperienza su TikTok, portando alla luce le difficoltà legate alla gestione dei contratti con le case discografiche associate al programma. In questo contesto, anche altri ex partecipanti come Martina Attili, Nuela e Mr Rain hanno espresso le loro preoccupazioni riguardo alle restrizioni contrattuali.

Le rivelazioni di Ozymandias sui contratti di X Factor

Il video di Giovanni Fausto, pubblicato sui social, ha ottenuto un’ampia diffusione dopo che il rapper ha affermato di essere stato fortunato a non essere scelto da Jake La Furia durante i Bootcamp. Fausto ha spiegato che una volta entrati nella fase dei Live, gli artisti devono affrontare un contratto altamente restrittivo con una delle principali case discografiche, come Sony Music Italia o Warner Music Italy. Questi accordi, secondo il rapper, possono trasformarsi in vere e proprie trappole nel caso in cui gli artisti non raggiungano le aspettative redditizie: “Se non mantieni le aspettative e fai numeri bassi, diventano celle che ti imprigionano, bloccando la pubblicazione delle tue canzoni“, ha sottolineato.



La questione non è nuova. Anche Martina Attili e Nuela, due ex concorrenti di X Factor, hanno denunciato tale situazione in passato. Entrambi hanno condiviso esperienze simili, lamentando l’incapacità di pubblicare nuova musica a causa di obblighi contrattuali onerosi. Questa problematica ha una storia alle spalle, come dimostra il caso di Mr Rain, che nel 2013 decise di abbandonare il programma proprio per sfuggire a questi vincoli.

Le denunce di Martina Attili e Nuela

Martina Attili, concorrente nel 2018, ha utilizzato la musica come mezzo per esprimere la sua frustrazione riguardo a contratti che definisce “contratti di morte”. In un brano che è diventato virale, Attili denuncia come la realtà del talent possa trasformare gli artisti in semplici numeri, mettendo in luce le pressioni e le aspettative irrealistiche a cui sono sottoposti. Nuela, anch’essa ex partecipante, ha a sua volta rivelato di aver scritto oltre 70 canzoni rimaste nel cassetto a causa dei vincoli che la legavano ai contratti del talent.

«Questo mondo è fatto di opportunismo e fuffa, e spinge gli artisti a rinunciare alla propria arte», ha affermato Nuela in un video su TikTok. Le sue parole resuscitano una questione che merita attenzione e discussione all’interno dell’industria musicale.

Una delle testimonianze più provocatorie viene da Mr Rain, che ha dichiarato di aver rinunciato alla partecipazione a X Factor a causa dei contratti restrittivi che gli sono stati proposti. Ricordando quel periodo, ha enfatizzato il senso di oppressione legato a contratti che sembrano concepiti più per proteggere gli interessi delle case discografiche piuttosto che per valorizzare gli artisti.

In questo clima di tensione e incertezze, Enzo Mazza, CEO della Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI), ha commentato la situazione, affermando che gli artisti devono prestare particolare attenzione ai contratti che firmano. “Quelli di X Factor sono contratti di valore e non necessariamente di denaro”, ha dichiarato, chiarendo che se un artista firma, accetta implicitamente le condizioni in esso contenute. “È un investimento e le aspettative di successo devono essere compresi sin dall’inizio” ha aggiunto.

Le affermazioni di Mazza toccano un punto cruciale: mentre X Factor stipendia contratti complessi, altre realtà come Amici seguono dinamiche diverse, dove i concorrenti mantengono una maggiore autonomia sulla loro musica e, quindi, sul loro futuro artistico. Questa differenza di approccio aumenta il dibattito sulla giusta gestione dei talenti e sulle condizioni che dovrebbero accompagnare la loro crescita professionale.



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