Controcopertina

Un uomo di 36 anni aggredisce e abusa dell’ex coniuge: “Durante la gravidanza, mi ha attaccato a un albero, portandomi all’aborto.”



Un uomo di 36 anni è attualmente sotto indagine dopo essere stato accusato di abusi, molestie e violenza contro la sua ex moglie, una donna di 27 anni residente a Muggiò, in provincia di Monza e Brianza. Gli episodi denunciati si sono verificati tra agosto 2022 e maggio 2023, delineando un quadro di continua oppressione.



Durante un’udienza al tribunale di Bergamo, la vittima ha condiviso dettagli strazianti dei maltrattamenti subiti. Racconta di essere stata privata della libertà più basilare, con il marito che le proibiva di indossare tacchi alti o di applicare il trucco. “Mi ha confiscato e distrutto tutti i miei perizomi”, ha detto la giovane, sottolineando anche come fosse stata isolata socialmente, costretta a rimanere in casa con le tapparelle sempre abbassate e a cancellare ogni suo profilo social, inclusi quelli professionali. La donna descrive una vita quotidiana dominata da litigi per motivi futili, che andavano dalla mancata apparecchiatura della tavola a come doveva bere l’acqua.

Il racconto diventa ancora più agghiacciante quando parla di una violenta aggressione subita mentre era incinta, a seguito di un banale errore su come bere da una bottiglietta d’acqua in un McDonald’s. “Mi trascinò fuori dall’auto per i capelli, mi legò a un albero e iniziò a picchiarmi ferocemente”, racconta, rivelando che a causa di questo episodio ha dovuto abortire. Fortunatamente, un intervento da parte di una psicologa dell’ospedale San Gerardo di Monza ha portato alla segnalazione ai carabinieri, che hanno iniziato le indagini.

La situazione si è aggravata ulteriormente quando, dopo un episodio di stupro, l’ex marito le avrebbe ordinato di baciargli i piedi come gesto di sottomissione. In seguito a questo episodio, la donna è riuscita a fuggire e a chiedere aiuto, culminando in una denuncia che ha portato l’uomo in carcere a maggio 2023 per altri crimini, inclusi quattro rapine a mano armata.

Questa storia non solo mette in luce la gravità della violenza domestica e degli abusi, ma sottolinea anche l’importanza di denunciare questi atti per porre fine al ciclo di violenza. Le parole chiave come violenza domestica, abuso, denuncia e giustizia sono fondamentali per aumentare la consapevolezza su questi temi cruciali, offrendo speranza e supporto alle vittime.

In questo contesto di sofferenza e coraggio, la storia di questa giovane donna emerge come un promemoria dell’importanza di parlare, di cercare aiuto e di rivendicare la propria libertà e sicurezza. La lotta contro la violenza domestica continua, e storie come questa sono un passo verso la sensibilizzazione e il cambiamento.



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