Uccisa da una betoniera a Milano: Silvia Salvarani travolta, il camionista accusato di omicidio stradale



Silvia Salvarani, nota maestra di yoga, è deceduta dopo essere stata investita da una betoniera a Milano. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per il conducente.



Silvia Salvarani è deceduta a novembre del 2022 dopo essere stata travolta da una betoniera a Milano. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per il camionista 60enne che l’ha investita. La tragica vicenda si è verificata il 2 novembre 2022 all’incrocio tra Bastioni di Porta Volta e via Solferino. La ciclista, 66 anni, ha riportato ferite talmente gravi che, dopo due settimane di ricovero, è morta all’ospedale Niguarda. Il conducente del mezzo pesante è accusato di omicidio stradale e l’udienza preliminare è stata fissata per ottobre.

L’incidente tra Bastioni di Porta Volta e via Solferino

Secondo le ricostruzioni, Silvia Salvarani e la betoniera stavano procedendo nella stessa direzione quando il mezzo pesante l’ha agganciata, trascinandola sull’asfalto. Il camionista, un uomo di 60 anni, ha dichiarato di non essersi accorto di nulla fino a quando non ha sentito le urla dei passanti. Tre squadre dei vigili del fuoco sono intervenute per estrarre la 66enne dalle lamiere. I soccorritori l’hanno poi trasportata d’urgenza al Niguarda, dove è deceduta due settimane dopo a causa delle gravi lesioni riportate. La Procura di Milano ha concluso le indagini e ha richiesto il rinvio a giudizio per il camionista per omicidio stradale. La decisione del giudice per le indagini preliminari è attesa per ottobre, quando si terrà l’udienza.

Chi era Silvia Salvarani

Silvia Salvarani, originaria di Ancora, viveva a Milano da oltre 20 anni. Laureata in Scienze Motorie, era molto conosciuta nella città per la sua attività di maestra di yoga. Aveva fondato la ‘Scuola Internazionale dei Riti Tibetani’, diventando un punto di riferimento per molti appassionati e praticanti di questa disciplina. La sua morte ha lasciato un vuoto nella comunità yoga milanese e tra tutti coloro che l’avevano conosciuta e apprezzata.

Nonostante il dramma, la famiglia di Silvia ha deciso di non costituirsi parte civile nell’eventuale processo contro il camionista. I parenti hanno già ottenuto un risarcimento del danno da parte della compagnia assicuratrice, chiudendo così la questione dal punto di vista legale.

Un Richiamo alla Sicurezza Stradale

La tragica vicenda di Silvia Salvarani è un duro monito sulla necessità di migliorare la sicurezza stradale, soprattutto nelle grandi città dove la convivenza tra ciclisti e mezzi pesanti può essere particolarmente rischiosa. Questo incidente ha suscitato un dibattito sulla necessità di implementare misure più severe per la protezione dei ciclisti e per prevenire ulteriori tragedie simili.

La comunità continua a ricordare Silvia non solo per il suo contributo come maestra di yoga, ma anche come un esempio di vita dedicata alla salute e al benessere degli altri. La speranza è che la sua storia possa spingere a riflessioni profonde e a cambiamenti concreti per garantire una maggiore sicurezza a tutti coloro che ogni giorno percorrono le strade in bicicletta.



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