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Tragedia del bus di Mestre, la testimonianza di Maike e Nico: “Charlotte non c’è più, io vivrò paralizzata”



Maike e Nico, una coppia di 28 anni di origine tedesca, raccontano il drammatico incidente che ha colpito la loro famiglia, portando via la loro bimba di un anno e mezzo.



Un incubo che non si scorda

“Da quel giorno, tutto è cambiato.” Così esordisce Maike Annabel Frommherz, una dei pochi sopravvissuti al tragico incidente avvenuto il 3 ottobre 2023, quando l’autobus che trasportava turisti è precipitato da un cavalcavia a Mestre. La donna, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha condiviso la sua esperienza e il dolore immenso per la perdita della figlia, Charlotte, che non ce l’ha fatta. A seguito del disastro, sono stati registrati 22 decessi e circa 15 feriti, rendendo questa tragedia una delle più gravi degli ultimi anni.

La coppia ha raccontato come questa esperienza abbia stravolto completamente la loro vita. Nico Volkmann, marito di Maike, ha condiviso i momenti più strazianti dell’incidente e l’ultimo abbraccio con la loro bambina. Anche Maike ha riportato gravi ferite ed è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico, rimanendo in coma per diverse settimane all’ospedale di Mestre. Solo sei mesi dopo, ha iniziato a riprendersi lentamente, ma la strada verso la guarigione è ancora lunga.

L’operazione chirurgica a Mestre e il coma

“Il mio risveglio è avvenuto a fine ottobre,” ha raccontato Maike. “Dopo una lunga degenza in elicottero, sono stata trasferita in un ospedale in Germania. Inizialmente, non ricordavo nulla; solo dopo essere stata portata in una clinica riabilitativa a Tubinga ho cominciato a ricostruire gli eventi.” Purtroppo, i medici hanno confermato che Maike non potrà riacquistare l’uso delle gambe. “È difficile pensare di dover passare il resto della vita su una sedia a rotelle. Ancora più destabilizzante è l’idea di non poter più rivedere Charlotte.”

“Nonostante tutto, sento che il suo spirito mi guida,” continua Maike. “In quei momenti difficili, credo che sia stata proprio Charlotte a volere che rimanessi accanto a papà. Se il nostro angelo ha scelto così, devo trovare la forza di andare avanti e combattere. Voglio dedicare la mia vita a prevenire simili tragedie.”

Maike ha espresso il desiderio di tornare nel Veneziano non appena starà meglio, per rivedere il luogo dell’incidente. “Voglio incontrare il sindaco Brugnaro e le autorità italiane. In Europa, dobbiamo affrontare queste situazioni di pericolo; è cruciale garantire la sicurezza stradale e nei luoghi pubblici. Voglio portare alla luce questa problematica e sensibilizzare la politica e l’opinione pubblica. Lo devo a Charlotte e a tutte le mamme delle vittime dell’incidente di Mestre.”

Gli ultimi istanti prima dello schianto dell’autobus

“Avevamo trascorso quattro giorni da sogno a Venezia. Charlotte ha anche detto che quei luoghi erano bellissimi,” ricorda Maike. Purtroppo, la memoria dell’incidente è confusa. “A Tubinga, ricordo un momento di panico: mentre mi preparavano per alcuni esami, ho visto un pullman e il ricordo è tornato prepotente. Ero sul bus di Mestre con Charlotte in braccio, dando le spalle al conducente, e ho sentito altri passeggeri urlare.”

Maike ha sottolineato che gli autisti durante il loro soggiorno a Venezia si erano mostrati sempre attenti alla sicurezza. “Siamo rimasti molto delusi dall’idea che potesse trattarsi di una disattenzione del conducente, che purtroppo è anche tra le vittime. Da quello che posso ricordare, gli autisti erano molto premurosi e nessuno di loro sembrava distratto, tanto che l’autopsia ha escluso problemi di salute. È vitale che l’inchiesta prosegua fino a chiarire le responsabilità, non solo per le vittime ma anche per chi ha cercato di aiutarci.”

Tragedia in seguito all’incidente

La tragedia ha colpito anche un’altra vittima, Rosalia Rodriguez Mendez, di 52 anni, che è morta dopo cinque mesi di agonia. Era stata ricoverata a lungo all’ospedale di Padova in condizioni critiche. “Era una persona di grande spessore, amante della vita e della cultura. Ha lottato con coraggio contro le conseguenze drammatiche dell’incidente,” ha dichiarato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. Le condoglianze sono state espresse anche per il fratello della vittima, dimesso dopo l’incidente, ma senza dubbio segnato dalla tragedia.

Dei quindici feriti, rimane ancora ricoverata una bambina di quattro anni, il cui decorso post-operatorio nel reparto di chirurgia plastica risulta regolare. La memoria di queste tragedie deve rimanere viva, affinché si possano prevenire altri incidenti e si possano trovare soluzioni per garantire la sicurezza stradale a tutti.



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