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Tragedia a Piacenza: inizia l’analisi dei dispositivi elettronici dei due adolescenti coinvolti nella morte della 13enne



Nel pomeriggio di giovedì 31 ottobre, sono partiti gli accertamenti sui cellulari della tredicenne deceduta a Piacenza dopo un volo dal settimo piano. Nel frattempo, anche i dispositivi elettronici del suo ex fidanzato, un quindicenne accusato di omicidio volontario, sono stati posti sotto sequestro.



Il drammatico episodio e le accuse verso il giovane

Il 15enne è accusato di aver spinto la sua ex ragazza di 13 anni oltre la ringhiera del balcone, contribuendo a farle perdere la vita. Secondo le indagini condotte dalla Procura, il ragazzo avrebbe anche utilizzato un cacciavite per colpirla sulle mani, impedendole di aggrapparsi e salvarsi. Questo tragico episodio si è verificato il 25 ottobre scorso; la ragazza aveva interrotto la relazione con lui settimane prima, manifestando timori riguardo ai comportamenti sempre più inquietanti del giovane.

Da tempo, la ragazza cercava di allontanarsi dal suo ex fidanzato. La mattina del 25 ottobre, nonostante avesse espresso il desiderio di non riceverlo, il giovane si era presentato nel suo palazzo, dove, secondo la madre, aveva iniziato a dormire nel pianerottolo e a nascondersi nell’androne per sorprenderla.

Indagini in corso e sviluppi legali

Il quindicenne, attualmente detenuto in un Centro di prima accoglienza, affronterà ora le conseguenze delle accuse di omicidio volontario. Le forze dell’ordine stanno cercando di chiarire il motivo per cui il giovane avesse con sé un cacciavite lungo circa 15 centimetri. Rilevante per la costruzione del caso è la testimonianza di un supertestimone, che afferma di aver assistito all’atto delicides. Stando al suo resoconto, il ragazzo avrebbe spinto la 13enne, per poi allontanarsi dal luogo della tragedia e recarsi al bar.

  • La ragazza aveva espresso la sua paura nei confronti del suo ex fidanzato.
  • Il giovane è stato visto nel palazzo dove viveva la vittima.
  • Curiosamente, dopo l’incidente, il quindicenne si sarebbe diretto al bar.

Nella giornata di ieri, il giovane ha ricevuto la visita della madre, accompagnata dal suo avvocato, nell’ambito della procedura di convalida del fermo. In sede di udienza, ha deciso di rispondere alle domande del giudice, rinunciando al diritto di non rispondere.

La Procura e le autorità competenti ora concentrano le loro indagini sull’analisi dei cellulari sequestrati dei due adolescenti. A partire da oggi, le autorità inizieranno un’incidenza probativa per cercare ulteriori elementi che possano chiarire i dettagli del caso e le dinamiche che hanno portato alla tragedia. Le parti coinvolte avranno la possibilità di nominare esperti per assistere durante la fase di accertamento.



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