Il ricordo del piccolo Tommaso Onofri, rapito e ucciso nel 2006, riemerge in occasione del suo ventesimo compleanno con i sentimenti di una famiglia ancora in lutto.
Il 6 settembre segna una data drammatica per la famiglia Onofri: quest’anno, il piccolo Tommaso Onofri, tristemente noto come Tommy, avrebbe festeggiato i suoi 20 anni. Il 2 marzo del 2006, una banda di rapitori lo ha strappato alla sua famiglia per un fine di natura economica, ma quella stessa sera il piccolo è stato ucciso. In occasione di questo triste anniversario, la madre e il fratello di Tommy hanno concesso un’intervista al Corriere della Sera per condividere il loro dolore.
Sebastiano, il fratello maggiore di Tommaso, ora 27enne, si è laureato e vive con la fidanzata. In merito a Tommy, ha dichiarato: “Se lo immagino? Per me, rimane sempre qui accanto a me, vulnerabile e indifeso”. Ha sottolineato che, sebbene senta che Tommy lo protegga dall’alto, non riesce a concepire l’idea che possa essere diventato un giovane uomo. “Per me, continuerà ad essere il piccolo Tommy”.
Nel corso della sua vita, Tommaso è stato rapito da Mario Alessi e Salvatore Raimondi, individui con un passato di violenze e crimini. Il rapimento era stato orchestrato per ottenere un riscatto in denaro, ma la situazione si è trasformata in un incubo. Alessi conosceva bene la famiglia Onofri, avendo realizado dei lavori di ristrutturazione nella loro casa, il che gli aveva dato l’illusione che avessero una situazione economica migliore di quella reale. In un’azione sconcertante, Alessi ha portato Tommy via, utilizzando perfino la moglie, Antonella Conserva, come carceriera fino al momento dell’ottenimento del riscatto.
Il piccolo Tommy soffriva di epilessia e necessitava di farmaci di cui non poteva privarsi. Per garantire la riuscita del suo piano maligno, Alessi ha persino orchestrato un secondo rapimento: quello del cane della famiglia Onofri, per evitare che abbaiasse e attirasse troppo l’attenzione.
Dopo il rapimento, i due rapitori non hanno fornito alcuna informazione su come contattarli. I genitori di Tommy, liberatisi delle corde con cui erano stati legati, hanno immediatamente lanciato l’allerta.
Purtroppo, la situazione si è conclusa tragicamente. Gli errori compiuti da Alessi e Raimondi hanno portato alla morte del piccolo Tommy, che è stato ucciso la stessa sera del rapimento con una brutalità inaccettabile. Raimondi ha confessato per primo, attribuendo la responsabilità ad Alessi. I due si sono poi scambiati accuse fino a quando la Procura non ha ricostruito i fatti, portando alla condanna di entrambi per omicidio.
Per Paola Pellinghelli, la madre di Tommy, il dolore non trova mai sollievo. Ogni anno, in occasione dell’anniversario, il suo strazio si rigenera. “Non posso accettare che chi ha provocato tanto male possa ottenere sconti di pena”, ha dichiarato con fermezza. “Se hai ricevuto una condanna, devi scontarla completamente. La giustizia non può essere solo un’opportunità di redenzione ma deve avere un prezzo”. La triste realtà resta: Tommy non tornerà mai più, una verità che la famiglia Onofri deve affrontare ogni giorno.
Add comment