Thea Sharrock, regista del toccante film “Io prima di te” del 2016, ha aperto un dialogo sulle intense polemiche che hanno seguito la conclusione della pellicola, adattamento dell’omonima opera letteraria di Jojo Moyes. La controversia si concentra sul destino del protagonista, Will Traynor, interpretato da Sam Claflin, che sceglie il suicidio assistito nonostante l’amore nato con la sua assistente, interpretata da Emilia Clarke. Questa scelta narrativa ha sollevato critiche, in particolare da parte delle comunità di persone con disabilità.
Critici e attivisti hanno espresso preoccupazione, affermando che il film trasmette un messaggio negativo riguardo alla vita con una disabilità. Jay Ruderman, a capo della Ruderman Family Foundation, ha evidenziato come il film potrebbe inviare un messaggio dannoso a chi vive una vita piena nonostante le disabilità, suggerendo che il suicidio sia una soluzione preferibile.
Sharrock, in conversazione con EW Radio, ha dichiarato di non essere stata sorpresa dalle reazioni e ha sottolineato la sua attrazione verso un argomento di così grande rilevanza sociale. Ha inoltre osservato che la pellicola ha generato più dibattiti rispetto al libro, forse a causa della maggiore immediatezza e impatto che i film tendono ad avere rispetto ai testi scritti.
La regista ha affrontato direttamente le richieste di modificare il finale del film, sostenendo che un cambiamento radicale avrebbe tradito lo spirito dell’opera originale di Moyes. “Io prima di te” si distingue proprio per il suo epilogo non convenzionale, che sfida le aspettative di un tradizionale lieto fine, proponendo invece una riflessione più profonda e complessa sulla vita, l’amore e la libertà di scelta.
Sharrock difende la decisione di mantenere fedeltà al materiale sorgente, sottolineando come la narrazione coraggiosa del film miri a stimolare un dialogo significativo sulla disabilità, l’autonomia personale e il valore della vita. La controversia sollevata da “Io prima di te” continua a catalizzare l’attenzione su tematiche di fondamentale importanza, invitando pubblico e critica a una riflessione più ampia sui diritti delle persone con disabilità e sulle rappresentazioni della disabilità nei media.
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