Durante una sessione di allenamento in un bosco della Polonia, il noto campione polacco di motociclismo off-road, Taddy Blazusiak, è caduto vittima di una terribile trappola che poteva costargli la vita. Mentre passava tra due alberi a bordo della sua moto, è andato a finire contro un sottile e invisibile cavo d’acciaio legato tra i due tronchi, rischiando di vedersi tranciata di netto la testa e venendo sbalzato violentemente di sella.
Secondo quanto riportato da Blazusiak stesso su Instagram, “Voglio far sapere all’intera comunità off-road che ci sono persone là fuori che sono così instabili da ferire intenzionalmente gli altri solo perché odiano le moto. Lunedì 11 novembre, percorrendo un sentiero, ho preso un cavo teso che qualcuno aveva intenzionalmente piazzato lì.”
Le conseguenze sono state gravi per Blazusiak, come mostrano le foto pubblicate sul suo profilo Instagram che immortalano il suo volto squarciato e sanguinante prima dell’operazione a cui si è dovuto sottoporre: “Per fortuna l’ho centrato mentre uscivo da una curva e quindi mi ha colpito alla spalla destra e tra la mentoniera e gli occhiali”.
Il campione polacco ha denunciato pubblicamente l’accaduto, svelando anche il pensiero che lo tormenta da quando ha visto la sua vita messa a serissimo rischio: “Voglio far sapere all’intera comunità off-road che ci sono persone là fuori che sono così instabili da ferire intenzionalmente gli altri solo perché odiano le moto.”
Si tratta di uno scellerato atto criminale che, per pura fortuna, non ha provocato una tragedia. Tuttavia, non possiamo ignorare il fatto che altre persone sono state vittime di trappole simili in passato. Blazusiak ha avuto la fortuna di non essere ucciso, ma il pericolo rimane concreto per tutti coloro che praticano questo sport.
In Italia, ad esempio, un amatore di motocross, Marco Badiali, è stato assassinato da una trappola simile, così come il giovanissimo Manuel Colantuono nel 2012. Questi tragici eventi mettono in luce la gravità della situazione e la necessità di prendere misure concrete per evitare che simili atti criminali mettano a repentaglio la vita degli appassionati di motociclismo off-road.
Il 41enne polacco, vincitore di numerosi titoli professionistici nel trial, nell’enduro e nell’endurocross, è stato vittima di un gesto insensato che potrebbe aver avuto conseguenze ben più gravi. Il suo caso deve servire da monito e spingere le autorità competenti a intensificare i controlli e ad adottare misure preventive per evitare che simili episodi si ripetano.
In conclusione, l’esperienza vissuta da Taddy Blazusiak mette in luce la vulnerabilità degli sportivi off-road di fronte a gesti criminali come quello subito. È fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica su questi pericoli e agire affinché tali atti vengano condannati e prevenuti in futuro.
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