Due giovani, un senegalese di 25 anni e un guineano di 28, sono stati trovati senza vita in un rudere nella zona di Gamba di Bosco, ad Alba, vicino al fiume Tanaro. I primi accertamenti indicano che le vittime potrebbero essere rimaste intossicate dal monossido di carbonio sprigionato da un braciere acceso per riscaldarsi.
I due ragazzi, in Italia con regolare permesso di soggiorno, si erano rifugiati in un edificio abbandonato per sfuggire al freddo intenso. La stufa improvvisata che avevano acceso, priva di un’adeguata ventilazione, avrebbe provocato l’accumulo del gas letale. Martedì mattina, un conoscente ha scoperto i loro corpi senza vita e ha immediatamente allertato le autorità.
I carabinieri della Compagnia di Alba, coordinati dal Comando provinciale, stanno indagando sull’accaduto. Secondo le prime ricostruzioni, i due giovani vivevano in condizioni di estrema precarietà. Erano noti alla Caritas locale, presso cui si recavano regolarmente per ricevere pasti caldi, ma non avevano una dimora stabile né un impiego fisso.
Il sindaco di Alba, Alberto Gatto, ha espresso profondo cordoglio per la tragedia: “Abbiamo appreso di questa notizia con sgomento e grande dolore. È una vicenda che lascia senza parole e mette in evidenza una realtà difficile. Questi due giovani, per motivi legati a situazioni pregresse, non potevano essere accolti nelle strutture di accoglienza della città, ma ciò non rende meno tragico il loro destino.” Ha poi aggiunto: “Non sappiamo molto della loro vita, né del motivo che li ha portati in Italia e qui ad Alba. Tuttavia, il nostro pensiero va alle loro famiglie, ovunque si trovino.”
Secondo il medico legale, l’avvelenamento da monossido di carbonio è stato confermato come causa del decesso. Il gas, incolore e inodore, è noto per essere estremamente pericoloso in ambienti chiusi e senza ventilazione adeguata.
L’edificio dove si è consumato il dramma si trova in una zona isolata, non lontano dalla tangenziale e dal carcere cittadino. Un’area marginale, spesso frequentata da persone in cerca di riparo. Le condizioni di degrado del luogo sono state più volte segnalate dai residenti, ma la situazione non ha mai ricevuto interventi risolutivi.
La Caritas di Alba ha confermato che i due giovani si rivolgevano frequentemente all’organizzazione: “Li conoscevamo come persone rispettose, che venivano a chiedere aiuto per mangiare. Purtroppo non avevano una sistemazione stabile, e questa condizione li ha messi in grave pericolo.”
L’episodio riaccende il dibattito sull’accoglienza e sulle condizioni di vita dei migranti in Italia, specialmente in un periodo dell’anno in cui il freddo rappresenta un pericolo concreto per chi vive in strada o in rifugi di fortuna. Diverse associazioni locali hanno ribadito la necessità di potenziare le strutture di accoglienza e i servizi sociali per evitare che situazioni simili possano ripetersi.
“Questa tragedia evidenzia ancora una volta l’urgenza di affrontare il problema dell’emarginazione con maggiore incisività,” ha dichiarato un portavoce di un’organizzazione non governativa attiva sul territorio.
La comunità di Alba si è stretta attorno alla vicenda, con molti cittadini che hanno espresso dolore e solidarietà. Nei prossimi giorni, le autorità locali decideranno se organizzare una commemorazione in memoria dei due giovani. Nel frattempo, le indagini proseguono per chiarire ulteriormente i dettagli della vicenda e verificare se vi fossero altre persone coinvolte o presenti nell’edificio.
La tragedia di Alba rappresenta un drammatico monito sulle difficoltà vissute dai più vulnerabili e sull’urgenza di creare sistemi di protezione più efficaci per le persone in situazioni di disagio estremo.
Add comment