Controcopertina

Senigallia, il ragazzo di 15 anni che si è suicidato aveva cercato su internet come si usa una pistola. La madre ha consegnato i messaggi ai carabinieri.



L.C., il 15enne di Senigallia che si è suicidato in un casolare nella frazione di Montignano, ha usato la pistola del padre vigile urbano. Di recente aveva ricevuto un voto negativo a scuola. Questo è emerso dai primi accertamenti dei carabinieri dopo il ritrovamento del corpo, avvenuto lunedì mattina grazie a un drone.



L’adolescente aveva preso un brutto voto che potrebbe aver aggravato il suo stato emotivo, già compromesso da episodi di bullismo denunciati dalla famiglia. Questa mattina i genitori sono tornati dai carabinieri di Marzocca per integrare la querela con i nomi dei compagni di scuola che avrebbero bullizzato il figlio per mesi, querela presentata già lunedì pomeriggio.

La madre ha consegnato messaggi whatsapp in cui L.C. racconta di aver parlato il 9 ottobre con un docente di sostegno della scuola riguardo ai suoi problemi e alla volontà di cambiare classe o istituto. Gli sms confermerebbero il disagio che lo studente subiva per gli atteggiamenti dei compagni.

Alcuni ragazzi lo prendevano in giro per il suo cognome e lo chiamavano “femminuccia”, come riferito da una ragazza. Dopo la scoperta del corpo, un ragazzo ha accusato uno dei bulli dicendogli cosa avesse combinato e il bullo ha risposto tentando di picchiarlo.

Il padre ha dichiarato che il dolore per la morte del figlio gli toglie il respiro, ma è importante parlarne per evitare che accada ad altri. Ha detto che i giovani sono sempre più disumani e che devono proteggere le fragilità. La madre ha chiesto maggiore attenzione al problema del bullismo, sperando che ci sia giustizia, dicendo che il bullismo ha distrutto suo figlio.

L’avvocato della famiglia ha ipotizzato che L.C. avesse pianificato il suicidio. Ha raccontato che il ragazzo aveva disattivato il wi-fi in casa per non farsi vedere mentre prendeva l’arma e usciva, dato che una telecamera puntava sul luogo dove era custodita la pistola. Questa era in sicurezza e scarica, conservata in cassaforte, di cui il padre aveva l’unica chiave; il figlio si è impossessato della chiave prima di andare a letto.

Anche se il minorenne non aveva mai usato un’arma, ha caricato un colpo probabilmente informandosi online. L’avvocato ha detto che su internet si trova praticamente tutto e che il 15enne aveva pianificato di morire.

Il dirigente scolastico dell’istituto di L.C., Alessandro Impoco, ha scritto una lettera aperta esortando a liberarsi dei demoni interiori e spiegando l’importanza di non parlare senza avere informazioni certe.

La lettera è stata giudicata “inaccettabile” dall’avvocato della famiglia, poiché invita a non discutere. Inizia esprimendo il cordoglio della comunità scolastica e critica chi ha diffuso notizie false creando panico. Ha sottolineato che la caccia al colpevole tra i ragazzi sia un dramma legato a comunicazioni sbagliate e che è fondamentale comunicare in modo più efficace.

Intanto, l’autopsia ha confermato che L.C. è morto per un solo colpo di pistola. Il decesso è avvenuto istantaneamente, poco dopo aver lasciato la casa del padre. Il funerale si terrà domani alle 15.30 nella chiesa di Montignano. La Procura ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio e ha affidato una perizia informatica a un analista forense per esaminare il cellulare, il computer e la playstation del ragazzo per cercare segni di bullismo.



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