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Scontrini nostalgici, 34 euro per 5 in pizzeria: il conto del 2002 che scatena commenti: «Adesso ci vogliono almeno 60 euro»



Scoprire uno scontrino del passato può evocare emozioni intense e riflessioni sui cambiamenti economici nel tempo. Ultimamente, un utente sui social ha condiviso un conto di una pizzeria risalente al 2002. Questo scontrino, datato 14 agosto e stampato a Termoli, mostra un conto sorprendentemente accessibile: 5 pizze (prezzi variabili da 2,50 a 5 euro l’una), 5 bevande, 4 euro di stuzzicheria e 2,50 euro di coperto, per un totale di solo 34 euro.



Il post ha fatto rapidamente il giro del web, guadagnando oltre un milione di visualizzazioni in poche ore. Molti utenti, per lo più caratterizzati da un forte senso di nostalgia, hanno avviato conversazioni sul confronto con l’attuale situazione dei prezzi. Commenti come «Oggi non basterebbero 60 euro» o «Adesso la pizza sfiora gli 8 euro» si sprecano nella discussione virtuale. Altri osservano con ironia che nel nord Italia i prezzi erano già elevati nel 2002 rispetto al sud.

Lo Scetticismo Non Manca

Tuttavia, non tutti condividono questo entusiasmo per i prezzi del passato. Alcuni utenti mettono in dubbio la veridicità dello scontrino, affermando frasi come «Scontrino impossibile anche nel 2002» o «Pizza 2,50 euro mi sembra strano». Nonostante ciò, i prezzi delle pizzerie sono indubbiamente cambiati. Oggi è raro trovare una margherita a meno di 7 euro anche in locali più semplici; e per i locali che offrono pizze gourmet, sia il prezzo che la qualità degli ingredienti possono far lievitare il conto fino a 20 euro o oltre.

Un’ «Experience» Culinaria

Inflazione e cambiamenti nelle abitudini alimentari stanno contribuendo a questa nuova realtà. Andare a mangiare una pizza è diventato per molti un’esperienza gastronomica piuttosto che un semplice pasto. Flavio Briatore, noto imprenditore, ha recentemente lanciato la sua pizzeria Crazy Pizza a Napoli, offrendo una margherita a un prezzo di ben 17 euro. Secondo Briatore, il suo locale non propone semplicemente un impasto, ma un vero evento culinario che punta a trasformare la cena in una serata memorabile.

Tuttavia, non tutte le voci sono concordi. Gennaro Surace, un pizzaiolo locale, ha criticato la proposta di Briatore, sostenendo che non si può definire pizza un piatto con quel prezzo e che la sua qualità non è all’altezza delle aspettative. Il Codacons, un’associazione di consumatori, ha invece espresso supporto per l’iniziativa imprenditoriale di Briatore, evidenziando l’importanza di innovazione nel settore della ristorazione.

L’Inflazione Torna a Farsi Sentire

Il contesto economico è reso ancora più complesso dall’inflazione, che ha ripreso a salire a luglio, con un aumento dei prezzi su base annua pari al +1,3%, rispetto al +0,8% di giugno. Questa crescita si traduce in una maggiore spesa per fare la spesa: un incremento di 426 euro all’anno per una famiglia “tipo” e 534 euro per nuclei con due figli, secondo i dati diffusi dal Codacons. Uscire a cena costa mediamente il 3,4% in più rispetto all’anno scorso.

Oggi, il panorama gastronomico si presenta in modo radicalmente diverso rispetto al passato. I ristoranti e le pizzerie hanno dovuto adattarsi a nuove realtà economiche e a una clientela che cerca nuove esperienze culinarie. In questo contesto, il semplice atto di mangiare una pizza è diventato, per alcuni, una sorta di lusso, uno degli indizi più tangibili dei cambiamenti nella società contemporanea.



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