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Scomparsi sul Monte Bianco, gli alpinisti sono morti per sfinimento a causa del maltempo: il racconto dei soccorritori



Andrea Galimberti, Sara Stefanelli e due alpinisti coreani dispersi sul Monte Bianco da sabato avrebbero perso la vita “per sfinimento” poco dopo aver contattato i soccorsi.



Quattro alpinisti dispersi sul Monte Bianco da sabato sono stati trovati morti a causa dello sfinimento. Andrea Galimberti e la compagna Sara Stefanelli sono stati scoperti prive di vita nel pomeriggio di oggi, martedì 10 settembre, a un’altezza di 4.500 metri. I loro corpi sono stati successivamente trasportati a Chamonix, Francia.

Le operazioni di ricerca erano state ostacolate per giorni dal maltempo. Si stima che i quattro alpinisti, sorpresi da una bufera durante un’escursione in due cordate distinte, siano deceduti nel corso di sabato a causa del freddo intenso e della nebbia. Dopo la telefonata della coppia italiana, i membri del Soccorso Alpino valdostano avevano tentato di inviare una squadra a piedi per raggiungere gli alpinisti sul tragitto del Monte Bianco, ma le condizioni meteorologiche avverse avevano costretto a fermare le operazioni.

Le ricerche sono potute riprendere solo oggi, 10 settembre, grazie a un miglioramento delle condizioni meteo, che ha consentito agli elicotteri di sorvolare le aree critiche. Purtroppo, i quattro alpinisti, che erano dati per dispersi fin da sabato, sono stati ritrovati senza vita poco dopo le prime chiamate ai servizi di soccorso. Secondo fonti dalla prefettura dell’Alta Savoia, i malcapitati sono morti per sfinimento.

Andrea Galimberti e Sara Stefanelli, i due italiani coinvolti nella tragica vicenda, erano rimasti bloccati nella zona del Mur de la Cote, una pendenza ghiacciata situata vicino alla vetta del Monte Bianco, sul lato francese. I soccorritori hanno recuperato inizialmente i corpi dei due alpinisti coreani e, poco dopo, hanno trovato anche quelli degli alpinisti italiani non lontano dalla prima zona di intervento.

La prima chiamata di Stefanelli e Galimberti era giunta al Soccorso Alpino già sabato, dove i due dichiaravano di sentirsi in pericolo poiché “avvolti nella nebbia” e a rischio di congelamento. Da quel momento, i soccorritori non erano più riusciti a stabilire un contatto con i due alpinisti italiani, il cui cellulare risulta spento. Gli sforzi dei soccorritori continuano nel tentativo di affrontare le difficili condizioni del Monte Bianco e prevenire simili tragedie in futuro.



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