Il già ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha sporto denuncia nei confronti dell’imprenditrice e influencer Maria Rosaria Boccia. La procedura si è avviata dopo che il legale di Sangiuliano, l’avvocato Silverio Sica, ha ufficialmente presentato un esposto alla procura di Roma.
Questa denuncia, preannunciata nelle settimane precedenti, è ora sotto l’esame dei magistrati del tribunale di Piazzale Clodio, che avviano le indagini necessarie. “È innegabile che l’ex ministro ha subito pressioni illecite da parte della dott.ssa Boccia, che a mio avviso possono configurare una tentata estorsione“, ha dichiarato l’avvocato, subito dopo le dimissioni di Sangiuliano. “Nell’atto che presenteremo ai pubblici ministeri, forniremo una dettagliata e cronologica esposizione di questa vicenda che resta di natura privatissima“.
Le indagini sono coordinate direttamente dal procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi. Sangiuliano stesso è sotto inchiesta per peculato e rivelazione di segreto d’ufficio, in seguito a un esposto presentato dal leader di Avs, Angelo Bonelli. Questa situazione è emersa a seguito di un controverso rapporto con l’influencer campana, che ha portato l’ex ministro e già direttore del TG2 a lasciare il governo di Meloni.
Dalla sua parte, Boccia ha postato di recente nuove storie sul suo profilo Instagram, rivelando la sua presenza a Roma. Mentre a Napoli inizia il G7 della cultura, l’imprenditrice si filma mentre passeggia davanti a Palazzo Montecitorio, gustando un caffè in Piazza del Parlamento – accompagnata dalla canzone di Malika Ayane, “Cosa hai messo nel caffè” – e successivamente si trova all’Apple Store di via del Corso. Quest’ultimo momento sembra un riferimento alle immagini pubblicate su Dagospia, in cui veniva ritratto il ministro Sangiuliano mentre acquistava un nuovo cellulare in un negozio di telefonia.
Nel contesto di queste accuse, è interessante notare le reazioni dell’opinione pubblica e dei media, che si interrogano sull’impatto di tali situazioni sulle dinamiche politiche attuali. La questione solleva interrogativi su come le relazioni personali possano influenzare il panorama politico e sull’importanza della trasparenza in queste interazioni, alimentando così un dibattito su etica e responsabilità nel settore pubblico.
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