Nella città di Rafah, nella Striscia di Gaza, si consuma una tragedia che tocca profondamente l’opinione pubblica internazionale. Sabreen al-Sakani, la neonata nata attraverso un parto cesareo d’urgenza in circostanze estremamente drammatiche, è morta poco dopo il parto. La sua nascita era avvenuta mentre la madre perdeva la vita, colpita durante un raid aereo israeliano.
Il caso di Sabreen ha catturato l’attenzione dei media globali dopo che la BBC ha riportato i dettagli strazianti della sua nascita. I medici dell’ospedale degli Emirati a Rafah erano intervenuti d’urgenza per salvare la piccola, estratta dal ventre della madre ormai senza vita. La donna, incinta di 30 settimane, era stata una delle vittime di un raid che aveva ucciso anche suo marito Shukri e la loro bambina di tre anni, Malak.
Nonostante gli sforzi dei sanitari, che hanno subito messo la neonata in una incubatrice e tentato di stabilizzarne le condizioni, la piccola Sabreen non ha superato le criticità iniziali. Pesava appena oltre un chilogrammo e soffriva di gravi problemi respiratori che, infine, hanno prevalso.
Il dottor Mohammed Salama, capo dell’unità neonatale di emergenza, ha espresso il suo dolore per la situazione: “Questa bambina avrebbe dovuto essere ancora nel grembo materno, ma è stata privata di questo diritto fondamentale”. La nonna materna, Mirvat al-Sakani, aveva espresso l’intenzione di adottare Sabreen, progetto reso impossibile dalla precoce scomparsa della neonata.
La morte di Sabreen aggiunge un ulteriore strato di tragedia in una serie di eventi che hanno visto la morte di 16 minori durante due raid aerei nel fine settimana a Rafah. Questi bombardamenti, secondo le Forze di Difesa Israeliane (IDF), miravano a colpire miliziani e infrastrutture di Hamas, ma hanno invece causato la perdita di vite innocenti, principalmente donne e bambini.
Il Ministero della Sanità di Gaza ha riferito che, dall’inizio del conflitto il 7 ottobre, oltre 34.000 persone sono state uccise a Gaza, con almeno due terzi delle vittime rappresentate da donne e bambini. Questi numeri sottolineano la drammatica umanità che sta pagando il prezzo più alto in questo conflitto prolungato.
La storia di Sabreen al-Sakani rimarrà un simbolo doloroso delle vittime innocenti di una guerra che continua a mietere vite, soprattutto quelle dei più vulnerabili.
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