Una significativa sentenza del Tar del Piemonte ha appena modificato le regole riguardanti i rimborsi per i passeggeri aerei colpiti da cancellazioni e ritardi. Non sarà più obbligatorio tentare la conciliazione con la compagnia aerea prima di richiedere il rimborso, semplificando notevolmente il processo per ottenere compensazioni dovute.
Una sentenza che cambia le regole del gioco
In seguito alla recente decisione del Tar del Piemonte, le modalità di accesso ai rimborsi per i raggiungibili aerei subiranno un cambiamento sostanziale. Prima d’ora, i passeggeri erano obbligati a tentare una conciliazione con la compagnia aerea prima di poter procedere legalmente per chiedere un rimborso. Tuttavia, i giudici hanno stabilito che tale obbligo era alla luce delle normative europee, non solo eccessivo, ma anche inadeguato rispetto al diritto europeo di ricevere un rimborso in determinate circostanze.
Il caso specifico che ha portato a questa sentenza riguardava un volo da Verona a Bari, annullato pochi minuti prima del decollo nel febbraio 2023. Uno dei passeggeri coinvolti, che desiderava tornare a Foggia per motivi familiari, aveva legittimamente chiesto il rimborso del biglietto e un indennizzo di 250 euro. Tuttavia, la sua richiesta era stata respinta a causa della delibera dell’Autorità dei Trasporti, che imponeva il tentativo obbligatorio di conciliazione.
Implicazioni della sentenza per passeggeri e compagnie aeree
La sentenza del Tar ha rimosso questo passaggio, aprendo la strada a un più diretto accesso alle compensazioni per i passeggeri. D’ora in avanti, i diritti di rimborso saranno più facili da esercitare in caso di: cancellazione di voli, negato imbarco o ritardi prolungati.
In termini di compensazione, il diritto europeo stabilisce importi fissi:
- 250 euro per i voli fino a 1.500 chilometri;
- 400 euro per quelli fra 1.500 e 3.500 chilometri;
- 600 euro per voli oltre i 3.500 chilometri e per i voli intercontinentali.
Gli avvocati del passeggero hanno ribadito come tali cifre fisse diminuiscano la necessità di processi conciliazione, rendendo il recupero dei costi più accessibile.
La sentenza, oltre a rappresentare una vittoria per i consumatori, ha anche sollevato preoccupazioni in merito all’accessibilità del sistema attuale per i passeggeri, molti dei quali potrebbero trovare difficoltoso navigare in procedure complesse. Il Tar ha messo in evidenza quanto il tentativo obbligatorio di conciliazione potesse essere un ostacolo vero e proprio, disincentivando i cittadini a esercitare i propri diritti.
I giudici hanno anche evidenziato che le compagnie aeree sono solitamente rappresentate da legali, aumentando il divario tra passeggeri e compagnia durante questo processo. L’ulteriore complicazione dell’accesso alla piattaforma Conciliaweb, che richiede identità digitale come lo SPID, è un ulteriore ostacolo da superare.
Alla luce di questa sentenza, si prevede una semplificazione significativa delle procedure di rimborso, incoraggiando i passeggeri a far valere i loro diritti senza dover affrontare un iter lungo e dispendioso. Il Tar, annullando l’obbligo di conciliazione, ha dunque aperto la strada per una più giusta e pragmatica accessibilità ai rimborsi per cancellazioni e ritardi.
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