Controcopertina

Raven Saunders, l’atleta non binaria che corre con una maschera, condivide la sua storia. Vuole essere come gli altri. Un percorso fatto di difficoltà e sorprendenti rinascite



Raven Saunders, pesista statunitense non binaria, racconta il suo viaggio tra sfide personali e trionfi nello sport, immergendosi nel dibattito sulla rappresentanza e l’identità.



Non è più né “lei” né “lui”, ma semplicemente “loro”. La pesista statunitense Raven Saunders, conosciuta come Hulk, è tornata a competere indossando una maschera. Durante le Olimpiadi di Tokyo, ha conquistato una medaglia d’argento nel getto del peso e ha attirato l’attenzione del mondo quando, sul podio, ha alzato le braccia e le ha incrociate, un gesto potente a favore della comunità LGBTQ+. Raven ha dichiarato di voler dare voce agli “oppressi” e a coloro che lottano senza un palcoscenico per esprimersi.

La richiesta di inclusività

A distanza di tre anni dai suoi storici gesti, Raven ha fatto una richiesta chiara: non vuole più essere identificata con i pronomi “lei” o “lui”, ma preferisce l’uso del plurale “loro”. Questa scelta è stata rispettata anche dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO), che ha accolto la sua volontà. Aarti Parekh, portavoce della federatletica USA, ha dichiarato all’ANSA: «Se una persona non si riconosce nei pronomi tradizionali, usiamo la terza persona plurale. Non è una questione di accettazione, ma di rispetto per l’identità di ciascuno».

Risposte dal CIO e dal Team USA

Il CIO ha confermato che questa decisione ora spetta al Team USA, il quale ha già intrapreso un cammino verso l’accettazione e il rispetto delle identità di genere. Il progetto per i Giochi di Parigi 2024 indica che gli atleti dovrebbero sentirsi liberi di esprimere la loro individualità, ed è così che la biografia di Raven sul sito del CIO sottolinea il suo legame con l’uso dei pronomi “they/them”.

Verso Parigi 2024

Nella recente telecronaca delle qualifiche dell’8 agosto, l’ex giavellottista inglese Steve Backley ha esclamato «è bello rivederla». Tuttavia, la telecronista Jazmine Sawyers ha prontamente corretto: «Siamo abituati a vederli con questa maschera: loro sono non binari», evidenziando come la comunità sportiva si stia adattando a queste nuove e importanti realità.

La lotta di Raven

Raven non partecipa semplicemente alle competizioni per vincere, ma per affrontare i suoi demoni interiori. Cresciuta in una famiglia monogenitoriale, ha combattuto contro depressione e pensieri suicidi. Grazie allo sport e alla terapia, è rinata e ora è diventata una voce per la prevenzione del suicidio, collaborando con la National Suicide Prevention Lifeline. La sua carriera ha conosciuto anche momenti difficili, come una squalifica di 18 mesi per un controllo antidoping che ha ostacolato la sua preparazione per Parigi. Tuttavia, Raven è tornata in pista e sembra più determinata che mai a lanciare per vincere, riindossando la sua maschera con orgoglio.

Mentre persiste il dialogo sull’identità di genere e sul rispetto delle scelte individuali, Raven Saunders si erge come figura pionieristica nel mondo dello sport. La sua storia è un potente esempio di resilienza e di combattimento per un futuro migliore, sia per sé che per gli altri, dimostrando che dietro ogni medaglia ci sono sfide e trionfi profondi che meritano di essere raccontati.



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