Controcopertina

Piero Marrazzo a Domenica In: “Vittima anche della disinformazione. Condivido la mia storia perché è importante per molti”



Nella puntata di Domenica In del 20 ottobre, dopo il consueto talk su Ballando con le stelle, Mara Venier ha intervistato Piero Marrazzo. L’ex giornalista e politico è tornato in tv dopo 15 anni dal caso che ha cambiato la sua vita per presentare Storia senza eroi, un libro in cui racconta non solo la sua esperienza con la giustizia, ma anche una scoperta sulla sua famiglia che lo ha profondamente colpito.



L’intervista di Piero Marrazzo a Domenica In

“Tu sei stato una vittima, questo bisogna dirlo” così Mara Venier apre l’intervista a Piero Marrazzo, parlando del libro che descrive il “Caso Marrazzo”:

Sono stato vittima di un’informazione distorta che a volte arriva dal web, pensate che sarei stato arrestato e distrutto da dipendenze. Chi mi conosce sa che non era questo il problema. Oggi, in questa trasmissione, posso parlare e riconoscere che sono stato anche vittima di fake news. In copertina di Storia senza eroi, c’è una foto di me ventenne: “Ero un ragazzo che non conosceva bene la vita e credevo in cose che oggi non credo più. Non bisogna fidarsi di tutti”. All’epoca avevo la genuinità e il coraggio di agire per conto mio:

L’unico modo per andare avanti nella vita è affrontare le sfide, se ti butti in avanti non pensi ai brutti eventi che possono accadere. Essere qui in un’azienda che è stata la mia casa per 40 anni significa riconoscere i successi, anche se in certi momenti non sono riuscito a difendermi.

L’inizio del Caso Marrazzo

Nel 2009, Piero Marrazzo, allora presidente della Regione Lazio, viene ripreso in momenti privati con una donna transessuale. Quel video ha cambiato la sua vita, costringendolo a dimettersi dalla sua posizione politica a causa dello scandalo e delle critiche ricevute:

Dopo 15 anni, basta, non bisogna tirare fuori cose false. Assumere responsabilità è importante, dovevo preoccuparmi per mia moglie e le mie figlie, che stavano per subire un colpo tremendo. Dovevo portarle via, ma non l’ho fatto. In questi 15 anni, tutti hanno potuto cercare la verità ma non lo hanno fatto. Nel libro racconto come ho vissuto il contrasto tra l’uomo pubblico, che continuava il suo cammino, e l’uomo privato.

La notizia dell’accaduto ha fatto scalpore, il giornalista era stato seguito da carabinieri in borghese che hanno registrato tutto, ma lui non sapeva di essere ripreso. Ciò che è accaduto in quella stanza è diventato pubblico, e per questo Marrazzo ha pensato di dover dare la sua versione dei fatti, mantenendo le proprie responsabilità:

Il presidente del consiglio, Berlusconi, mi ha chiamato e mi ha avvisato che era emerso un video, dicendomi che tutto stava per finire. Ho sempre voluto parlare, ma non riuscivo. Dovevo farlo per tutti voi, anche per le istituzioni. Non ho fatto nulla di illegale, ma la politica richiede a volte di prendere posizione. Non ho denunciato queste persone e non è stata una cosa giusta. In 5 anni come presidente di regione, non ho mai ricevuto avvisi di garanzia per concussione, il che dimostra com’è andato il mio lavoro.

La mia vita privata ha influenzato la mia carriera pubblica e ha generato uno scandalo che ha suscitato forti reazioni:

Sono stato un cliente di lavoratrici del sesso, è semplice. Dovremmo ampliare il discorso a chi prova piacere in questa esperienza, è una sensazione personale. La solitudine spesso accompagna gli uomini quando si rivolgono a una prostituta. Oggi, grazie alla sociolinguistica, possiamo comprendere meglio e non creare offese. La questione su come etichettare le donne transessuali è stata centrale nel caso.

Le figlie di Marrazzo hanno partecipato al libro

Marrazzo racconta di come, quando ha appreso ciò che stava per accadere, avrebbe potuto proteggere le sue figlie, ma non lo ha fatto, e questo è un grande rammarico. Con il passare del tempo, sono state proprio loro a voler partecipare attivamente al racconto della loro vita:

Non l’ho scritto per riscrivere la mia vita, ma perché mi ha iniziato a far capire che quando cadi, non devi pensare che è la fine. Io sono caduto e grazie alle mie figlie, ho continuato ad andare avanti. Questo libro è nato da quella caduta, ho capito che dovevo raccontare la storia della mia famiglia. Le mie figlie, durante la scrittura del libro, mi hanno detto che volevano esprimere il loro pensiero, e ognuna ha scritto qualcosa. Non mi hanno risparmiato, e per fortuna, hanno anche detto, perché quando uno cade, non dovrebbe pensare al suicidio? E ancora, mi hanno fatto capire quanto dolore abbiamo vissuto, hanno subito bullismo e pressioni.

Marrazzo spiega che, grazie al supporto delle sue figlie e della direttrice della collana in cui è stato pubblicato il libro, è riuscito a completarlo: “Ho scritto questo libro grazie alle donne, alle mie tre figlie, a Chiara Valerio, e a una psichiatra, la prima volta che sono andato da lei mi ha detto di scrivere un libro per chi non è ancora in piedi come lei”. Dopo 15 anni, Mara Venier gli chiede se può dire di aver superato tutto:

Purtroppo, questo libro è dedicato a mio fratello, che è morto un mese fa. Sono entrato in una nuova fase della mia vita, e ora sì, mi sento libero. Sono qui e posso parlare, non ho nulla da trasmettere, sono solo una persona che ha vissuto un’esperienza.

La scoperta di un segreto della sua famiglia

Una volta tornato in Rai, alla ricerca della sua identità, Piero Marrazzo inizia un viaggio per scoprire le sue origini, aprendosi a nuovi aspetti del suo passato, in particolare riguardo a sua madre italo-americana, raccolti nel suo libro:

Ho iniziato un viaggio, pensando di sapere tutto di mia madre, per ottenere il passaporto americano che mi spettava. Una volta, la psicanalista mi ha detto che c’era qualcosa che non conoscevo sulla vita di mia madre. Con tutte le cose a cui pensavo, non mi ero mai soffermato su questo.

La curiosità e il destino lo portano a scoprire un segreto mai confessato da sua madre e che si collega in modo sorprendente alla sua vita:

Inizio a cercare, scopro che mia madre aveva avuto due matrimoni, e soprattutto che mio fratello aveva un padre di cui si erano perse le tracce. Emerse un nome, un cognome e un certificato di matrimonio, a Manhattan, simile a quanto accaduto a me. Il padre di mio fratello, a causa del suo orientamento sessuale, perde la paternità e non potrà mai conoscere suo figlio.



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