Gli adolescenti, figli di un carabiniere e di un avvocato, sono accusati di aver ucciso un coetaneo per un debito legato alla droga.
Due ragazzi di estrazione borghese sono stati arrestati dalla polizia con l’accusa di aver ucciso un 17enne nel parco Baden Powell a Pescara. Entrambi minorenni, come la vittima e i loro amici, sono figli di un sottufficiale dei carabinieri e di un avvocato. Nonostante la giovane età, sembrano aver già sviluppato un’inclinazione per una vita sopra le righe, tipica di una certa area della riviera pescarese, particolarmente vivace durante l’estate ma sfruttata per attività illecite nelle stagioni più calme.
L’omicidio di Thomas Luciani, avvenuto nel parco Baden Powell, ha messo in luce una cruda realtà: adolescenti, anche di buona famiglia, che considerano normale portare con sé un coltello insieme alle chiavi di casa e al cellulare. I due arrestati si distinguevano per un atteggiamento da leader all’interno del loro gruppo di amici, che, sebbene non fosse una vera e propria baby gang, operava con una mentalità simile.
Thomas Luciani, in contrasto con i suoi presunti assassini, aveva una vita segnata da difficoltà familiari. Cresciuto dalla nonna, era stato allontanato dai genitori e recentemente inserito in una struttura protetta in Molise per frequentare un corso di parrucchiere. Era tornato a Pescara di nascosto, scappando dalla comunità. I contrasti con i suoi aggressori risalivano probabilmente a questioni legate alla droga, sviluppatesi tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024.
La morte di Thomas ha messo in evidenza il drammatico divario tra ragazzi provenienti da famiglie stabili e coloro che vivono in contesti più difficili. Le venticinque coltellate inflitte e l’indifferenza dimostrata verso la vittima dipingono un quadro di disumanità sconcertante. Dopo l’omicidio, uno degli aggressori ha collaborato con la polizia, permettendo di ritrovare il corpo di Thomas.
Gli investigatori hanno sottolineato un evidente disagio giovanile, una mancanza di empatia emotiva e una palese incapacità di comprendere la gravità delle azioni commesse. Questi comportamenti disfunzionali richiedono un approfondimento, così come la ricostruzione delle dinamiche e delle responsabilità.
Il sindaco di Pescara, Carlo Masci, ha espresso la sua costernazione per l’accaduto: “L’omicidio di un giovanissimo, presumibilmente compiuto da altri due ragazzi, lascia sgomenti e senza parole. Qualunque sia il movente e lo scenario in cui è maturato il fatto, non si può morire così quando si ha una vita intera davanti. Allo stesso modo è assurdo che ci si macchi di un delitto così grave. Queste sono ore preziose per chi indaga, qualsiasi ricostruzione sarebbe frettolosa e parziale. Tutti ci dobbiamo interrogare sui limiti e le mancanze della nostra società nei rapporti con i più giovani. Il mio pensiero va alla famiglia della vittima e anche alle famiglie dei ragazzi che si sono macchiati di questo omicidio”.
L’omicidio di Thomas Luciani rappresenta un nuovo allarme sociale per Pescara. Non è la prima volta che la città si trova a fare i conti con la violenza tra adolescenti. Gli episodi di accoltellamento e violenza legati a questioni di droga sono ormai frequenti, e la comunità è chiamata a riflettere profondamente sulle cause di questi comportamenti e sulle misure necessarie per prevenire tali tragedie in futuro.
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