Una discussione tra genitori e figlia, una punizione, e il sequestro del cellulare. Questi eventi quotidiani in una famiglia con un’adolescente sono diventati l’ultimo ricordo per i genitori di Ludovica, nome di fantasia, una ragazza di 13 anni che, all’alba di ieri, ha scelto di scavalcare il parapetto di un terrazzino, lasciando la sua famiglia senza spiegazioni e senza un addio. Proprio nel giorno in cui avrebbe dovuto tornare a scuola per il primo giorno dell’anno, riabbracciando i compagni dopo la lunga pausa estiva.
La dinamica dei fatti
La tragedia si è consumata poco prima delle sette del mattino in un tranquillo quartiere alle porte di Perugia, caratterizzato da case e scuole. La sveglia aveva suonato presto nella casa al settimo piano di un palazzo vicino a un istituto elementare: la sorella maggiore di Ludovica frequenta l’università, mentre per Ludovica sarebbe stato il primo giorno di terza media. I genitori si sono alzati, ma Ludovica non era in casa. Il balcone era aperto. Affacciandosi, hanno visto il corpo senza vita della figlia sul piazzale sottostante. Le urla strazianti della madre hanno svegliato l’intero quartiere, scatenando una reazione di sgomento e dolore. I soccorsi sono stati chiamati immediatamente, ma non c’è stato nulla da fare se non constatare il decesso della ragazza.
Inizialmente, si è sperato che potesse trattarsi di un incidente domestico, forse Ludovica si era sporta troppo dal balcone. Tuttavia, con il passare delle ore, è emersa l’ipotesi più dolorosa: un gesto volontario, inimmaginabile e terribile. Il lenzuolo bianco steso sul suo corpo agiterà a lungo i sonni degli amici e dei vicini. “Mi sono affacciata e l’ho visto lì”, racconta E., una coetanea di Ludovica, “sapevo che sotto ci fosse lei, ma non ci volevo credere. Non si può morire così alla nostra età”.
Le reazioni della comunità
Il palazzo, il quartiere, la città e il comune si sono stretti attorno alla famiglia, molto conosciuta e apprezzata. “Sono persone eccezionali, e alle persone eccezionali purtroppo capitano le cose più brutte”, ha commentato un amico di famiglia. Tutti si interrogano sul perché di un gesto così estremo. È vero che in casa c’erano state delle tensioni recentemente, e la punizione del cellulare non era stata ben accolta da Ludovica. Tuttavia, il castigo era quasi finito e presto avrebbe potuto tornare a chattare con gli amici e condividere video e momenti di vita. È possibile che la spinta sia stata il dover andare a scuola senza telefono? Una ricostruzione così disperata che anche gli inquirenti, pur considerandola, non vogliono ancora collegarla direttamente alla volontà della ragazza.
Le indagini in corso
Il dolore è immenso, un peso insostenibile per i genitori, che nei prossimi giorni saranno ascoltati dalla procura di Perugia. Le indagini sono condotte dai carabinieri, che hanno potuto solo ricostruire la dinamica dei fatti. Gli uffici del palazzo di giustizia di via Fiorenzo Di Lorenzo, sotto la direzione del procuratore Raffaele Cantone, vogliono capire cosa sia successo nei giorni precedenti alla caduta. Si cerca di comprendere il livello di dissidi in famiglia, senza colpevolizzare i genitori, già distrutti dalla tragedia, ma per fornire risposte anche a loro. La procura ha deciso di non procedere con l’autopsia, e i funerali sono previsti nelle prossime ore.
Questa tragedia lascia una comunità intera a riflettere sul delicato equilibrio delle relazioni familiari e sull’importanza di cogliere i segnali di disagio nei giovani, per prevenire gesti estremi che lasciano cicatrici indelebili.
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