Perché la scomparsa di Chiara, amante di Napoli, colpisce così profondamente



La faccenda è purtroppo nota a molti di noi: investiamo tempo a interrogare i visitatori di Napoli, domandando se si siano sentiti ben accolti e se i luoghi visitati abbiano soddisfatto le loro aspettative. Siamo a volte sensibili e profondamente affezionati alla nostra città; conosciamo le sue sfide, ma anche le sue bellezze e i lati positivi. Non ci piace sentirci giudicati da chi arriva da fuori, e spesso, tuttavia, tendiamo a risolvere rapidamente le nostre responsabilità.



Negli ultimi anni, il turismo di massa ha proiettato Napoli sotto i riflettori, rendendola una delle destinazioni più visitate al mondo. Oggi, è impossibile ignorare le opinioni delle centinaia di migliaia di turisti che la scoprono quotidianamente, in ogni stagione dell’anno.

Ci siamo abituati ad ascoltare i racconti di chi immagina Napoli: c’è chi arriva per un sentimento di amore perduto; chi è spinto dall’interesse o dalla curiosità. C’è chi per rompere preconcetti sclerotizzati, o semplicemente attratto dal fatto che Napoli è diventata una meta di moda.

Avremmo adorato le impressioni di Chiara Jaconis, giovane di Padova residente a Parigi, in viaggio con il fidanzato. Ci avrebbe reso orgogliosi sapere che la sua visita era un regalo di compleanno per i suoi trent’anni. La sua gioia avrebbe illuminato le strade e i vicoli che ammiriamo ogni giorno.

Ma la narrazione di Chiara si è trasformata in un tragico racconto. È giunta all’ombra del Vesuvio con un sorriso, piena di vitalità, ma lascerà la città per sempre, portata via in una bara. Si svolgerà un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità; ci auguriamo che emergano testimonianze che possano fare chiarezza su questa terribile vicenda. Tuttavia, ciò che molti di noi, napoletani d’origine o per scelta affezionata, avvertono è un profondo dolore. Si fa sentire un’enorme tristezza per una vita interrotta, spezzata nel fiorire della sua giovinezza, in una città tanto amata. Questo sentimento di impotenza e rassegnazione si fa spaesante: come se le strade, un tempo vibranti di vita e di accoglienza, ora ci restituissero solo l’eco di una storia triste. Il passaggio di Chiara nella nostra città non sarà mai dimenticato.



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