Parto precipitoso in clinica, indennizzo superiore a 600mila euro: «La felicità della nascita del mio primo bambino è stata compromessa»



Il 12 maggio 2024 sarà ricordato come il giorno in cui Amy Stead, una donna di 37 anni, ha ottenuto giustizia per le gravi complicazioni subite durante il parto del suo primo figlio nel 2019, un evento che le ha cambiato la vita irrimediabilmente. Dopo un contenzioso quinquennale, la corte ha riconosciuto un risarcimento di 575mila sterline, pari a circa 664mila euro, per le negligenze mediche che hanno portato a conseguenze permanenti e traumatiche.



Complicazioni Durante il Parto e Conflitto Legale

Amy, che lavorava nello stesso ospedale in cui è avvenuto il parto, ha raccontato di aver impiegato tre anni per rimanere incinta. Tuttavia, l’esperienza che avrebbe dovuto essere uno dei momenti più felici della sua vita si è trasformata in un incubo a causa di un errore medico durante il parto. Questo errore ha causato uno strappo grave, risultando in una stomia permanente e un buco tra la vagina e il retto, che inizialmente non fu riconosciuto dal personale medico.

Amy ha descritto il dolore e il trauma subiti, affermando: «Se avesse dedicato il giusto tempo e la giusta attenzione a quello che stava facendo, avrebbe potuto accorgersene, farmi addormentare e riparare il tutto». Invece, è stata lasciata con una sindrome da stress post traumatico e mesi di intensi dolori fisici.

Dati Allarmanti e Manutenzione della Sicurezza nel Settore Maternità

Non è un caso isolato. Nel Regno Unito, le denunce di negligenza nel settore della maternità rappresentano il 13% del totale, con il Servizio Sanitario Nazionale (NHS) che ha speso 1.1 miliardi di sterline in risarcimenti nel solo anno fiscale 2022/2023. Rachael McGrath, presidente della Birth Trauma Association, evidenzia che molti di questi problemi derivano da un cronico sottofinanziamento e da carenze di personale, risultando in un ambiente di lavoro esausto e privo di compassione.

Impatto del Risarcimento e Messaggio di Speranza

Sebbene il risarcimento ricevuto non possa cancellare il trauma vissuto, Amy spera che la sua esperienza possa portare maggiore consapevolezza e prevenzione. «Nessuna quantità di soldi potrà mai cambiare ciò che è successo o renderlo migliore, ma certamente aiuta. Non bisognerebbe mai passare tutto ciò per avere un figlio, non è normale», condivide la donna.

Questo caso ha messo in luce l’importanza della sicurezza del paziente e della necessità di investimenti adeguati in formazione e supporto per il personale medico, al fine di prevenire futuri traumi e garantire che la nascita di un bambino rimanga un momento di gioia, non di sofferenza. La storia di Amy Stead è un forte promemoria del lungo cammino che ancora ci attende per assicurare che tali tragedie non si ripetano.



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