Controcopertina

Paderno Dugnano, la ricostruzione dell’aggressione: 10 colpi di coltello al fratellino nel sonno, poi si è scatenato su madre e padre



Un’accadimento sconvolgente ha scosso Paderno Dugnano, in provincia di Milano, dove un ragazzo di 17 anni ha fatto irruzione nella sua stessa casa per uccidere i suoi familiari. Il giovane ha colpito a morte il fratello Lorenzo, di soli 12 anni, infliggendogli decine di coltellate mentre dormiva accanto a lui. Dopo aver commesso questo atto atroce, ha attaccato anche la madre, Daniela Albano, di 48 anni, e infine ha posato il coltello sul suo padre, Fabio Chiarioni, di 51 anni, che stava festeggiando proprio quella sera. La dinamica della strage è stata raccontata dal giovane stesso, che ha contattato il 112 alle due di notte, affermando: «Papà ha ammazzato mio fratello e la mamma. Ho preso il coltello da terra e l’ho ucciso». Tuttavia, le sue parole destano subito sospetti.



Al momento dell’intervento dei carabinieri, Riccardo si trovava davanti al cancelletto della loro abitazione, sporco di sangue e con il coltello ancora in mano. Dopo un lungo interrogatorio, il giovane ha modificato la sua prima versione, ammettendo di aver ucciso i suoi familiari da solo, ma rimanendo reticente sul movente delle sue azioni. Le indagini iniziali non hanno ancora trovato una spiegazione chiara e razionale a questo scatto di violenza. «Li ho uccisi io, da solo», ha confessato, smentendo quanto sostenuto in precedenza.

Le Coltellate al Fratello e ai Genitori

Nell’abitazione dove la famiglia viveva, il 17enne ha ammesso di essere responsabile della morte del padre, ma ha fornito una spiegazione contraddittoria, asserendo di aver trovato Fabio seduto su una sedia con accanto il coltello. Le indagini hanno rivelato un brutale quadro della tragedia: il fratello minore ha ricevuto numerose coltellate, mentre la madre e il padre sono stati rinvenuti a terra, in biancheria da notte, mentre cercavano di capire cosa stesse accadendo. È plausibile che entrambi i genitori siano stati chiamati nell’room dove il loro figlio minore stava subendo un attacco, senza conoscere l’imminente pericolo rappresentato dal 17enne.

L’evento si è svolto in un contesto apparentemente normale: proprio quella sera, la famiglia aveva festeggiato il compleanno di Fabio, e la presenza di parenti sembrava confermare un ambiente familiare sano e idilliaco. L’assenza di un chiaro movente ha reso le indagini ancora più complesse. Gli inquirenti stanno setacciando ogni dettaglio della cena di compleanno, ritenendo fondamentale ascoltare chi era presente per comprendere se possano esserci stati segnali premonitori o tensioni nascoste.

In dichiarazioni spontanee, il ragazzo ha descritto un profondo malessere, un senso di oppressione e estraniamento, non solo nei rapporti familiari, ma anche rispetto alla società in generale. Ha pianto durante l’interrogatorio, mostrando un lato vulnerabile che ha colpito chi lo ha assistito: “Appare come un ragazzo fragilissimo”. Attualmente, Riccardo si trova nel centro di prima accoglienza del Beccaria di Milano, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto, mentre gli investigatori cercano di fare luce su questa insensata tragedia.

Riflessioni sulla Tragedia Familiare

Questa terribile vicenda ha generato un’ondata di shock e tristezza non solo nella comunità di Paderno Dugnano, ma in tutto il paese. Resta da domandarsi come qualcuno possa arrivare a compiere un gesto così efferato e privare dell’esistenza i propri cari. Il compito degli inquirenti è ora recuperare dettagli cruciali che possano spiegare l’origine di tanto male. Una cosa è certa: la vita di questa famiglia è stata stravolta in un solo, drammatico momento e il ricordo della nonna, uscita in lacrime dalla caserma, ci ricorda la fragilità dei legami familiari e l’impatto devastante che un’azione può avere su di essi.



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