Controcopertina

Paderno Dugnano, il figlio di 17 anni: «Li ho uccisi tutti per vivere senza catene. Era un pensiero che mi occupava da un po’»



Un ragazzo di 17 anni, protagonista di una tragedia inimmaginabile, ha confessato di aver massacrato la propria famiglia, liberandosi di un peso che lo opprimeva da tempo. Ieri, durante l’interrogatorio condotto dagli inquirenti, ha rivelato di aver avuto il pensiero di uccidere i suoi genitori e il fratellino da diversi giorni. Sabato scorso, dopo aver atteso che la famiglia andasse a letto, si è procurato un coltello e ha agito brutalmente, infliggendo coltellate ignobile ai suoi cari.



Malessere e libertà

Sotto l’autorità della procuratrice dei minori Sabrina Ditaranto, è emerso che le vittime, il padre, il fratello di dodici anni e la madre, sono stati colpiti in modo particolarmente violento, con numerosi fendente diretti alla gola e al collo. Questo è avvenuto in una tranquilla villetta a Paderno Dugnano, dove nessuno ha potuto udire le urla disperate, a causa della possente brutalità dell’attacco. Il ragazzo, dopo aver perpetrato il delitto, ha contattato i carabinieri, fornendo una versione della vicenda che avrebbe dovuto servire da scudo contro l’accusa di omicidio ‒ affermando che il padre avrebbe ucciso prima sua madre e il fratello.

Gli agenti, allertati, hanno trovato R. seduto sul muretto davanti a casa, con le braccia e i vestiti pieni di sangue. La calma con cui si presentava ha sorpreso gli inquirenti, dato il contesto macabro. Le immagini registrate dalle body cam delle forze dell’ordine, confermano la brutalità di quanto avvenuto dentro la camera dove avvenne il dramma. Malgrado la ferocia dell’assalto, R. ha minimizzato la sua aggressività verso il fratello minore, sottolineando che non credeva di essersi accanito su di lui in modo particolare. Le dichiarazioni del ragazzo rivelano una persistenza di malessere che lo accompagnava da tempo: «Mi sono sentito estraneo rispetto al mondo», ha confessato, evidenziando una profonda solitudine e un disagio emotivo radicato.

Secondo R., l’atto di uccidere i propri genitori era un modo per liberarsi da un peso insopportabile. Pur non accennando a voler commettere suicidio, il ragazzo sembra essersi convinto che il delitto portasse a una qualche forma di salvezza personale. Le sue parole, pronunciate con una sorprendente tranquillità, hanno colpito gli investigatori, che lo hanno descritto come un “ragazzo fragilissimo”. R. ha anche chiesto scusa per l’irreparabile gesto, rendendosi finalmente conto della gravità di quanto compiuto.

Presumibilmente, il giorno del doppio omicidio è stata anche la data di celebrazione del compleanno del padre. Secondo gli esperti, momenti come questi possono amplificare sentimenti di malessere, specie in individui già vulnerabili.

Indagini e monitoraggio

Attualmente, i carabinieri stanno esaminando vari elementi: cellulari, computer ed eventuali videogiochi del ragazzo, per identificare possibili fonti di aggressività e determinare se sia mai stato influenzato da contenuti all’interno del dark web. L’accusa di triplice omicidio aggravato contempla diversi fattori: la premeditazione, il legame di parentela e la particolare vulnerabilità di una delle vittime.

Chi conosce R. lo descrive come un ragazzo introverso, privo della tipica spavalderia giovanile. Secondo la procuratrice, R. non avrebbe manifestato richieste particolari durante gli interrogatori, indicando una certa rassegnazione ad affrontare le conseguenze del suo atto. La premier Giorgia Meloni ha commentato la vicenda con parole toccanti, esprimendo il suo sgomento in qualità di madre: «Sono senza parole, è un evento oltre ogni immaginazione».

La situazione legale di R. potrebbe prevedere un percorso di “messa in prova”, aprendo la strada a una possibile riabilitazione in futuro, ma resta da vedere come evolverà l’iter giudiziario in un caso così delicato e complesso, che scuote profondamente la comunità di Paderno Dugnano.



Add comment