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Omicidio di un sedicenne a Bologna: tensioni sui social precedono la lite e l’aggressione mortale



Una tragedia si è consumata a Bologna mercoledì 4 settembre, quando un giovane di soli 16 anni ha perso la vita in un episodio di violenza che ha scosso l’intera comunità. I primi accertamenti della Questura di Bologna rivelano che il conflitto tra i ragazzi sarebbe iniziato online, per poi escalare in un incontro nel parco del Velodromo, sfociando in una lite culminata nell’accoltellamento.



Il presunto autore dell’omicidio è un sedicenne italiano che, dopo aver aggredito due coetanei — un ragazzo di origine italo-africana e un altro di origine bengalese — ha utilizzato un coltello per infliggere colpi letali. Il tragico evento è avvenuto in seguito a un breve inseguimento che ha portato i giovani fino in via Piave. Secondo le indagini, le vittime, entrambe nate nel 2007, sono state colpite in modo violento.

Dopo che è stata segnalata un’aggressione al 113, le volanti della polizia sono giunte sul posto intorno alle 22, trovando entrambi i ragazzi feriti. I due sono stati prontamente trasportati all’ospedale Maggiore, ma purtroppo il primo non è sopravvissuto e ha perso la vita poco dopo l’arrivo in ospedale. Il secondo ragazzo, che ha subito ferite al collo e alla schiena, è stato dimesso con una prognosi di 10 giorni.

Attraverso un lavoro investigativo solerte e incisivo condotto dalle Volanti, dalla Squadra Mobile e dalla Polizia Scientifica, il sospetto responsabile dell’aggressione è stato identificato e rintracciato in breve tempo. Il sedicenne, già incensurato, sarebbe tornato a casa dopo l’episodio. A seguito di un interrogatorio del pubblico ministero, è stato fermato su disposizione della Procura per i Minorenni e ora si trova presso il Centro per la Giustizia Minorile di via del Pratello.

Dopo la notizia della morte del giovanissimo, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha espresso la necessità di una riflessione collettiva: “Dobbiamo interrogarci su come il mondo degli adulti possa rispondere a questi episodi di violenza giovanile, che rappresentano un grido di dolore e una chiara richiesta di aiuto da parte dei ragazzi”.

Il racconto di alcuni testimoni oculari ha delineato la drammaticità del momento. “Abbiamo sentito urla strazianti e richieste disperate di aiuto dalla strada. Affacciandoci alla finestra, abbiamo visto un corpo a terra in una pozza di sangue“, ha affermato una residente di via Piave, testimone della tragedia.

“Intorno c’erano diversi ragazzi, non riuscivamo a capire se fossero amici o aggressori. Dicevano ‘è morto‘, ma nessuno sembrava scappare”, ha aggiunto, descrivendo un’atmosfera di confusione e paura. Chi vive nel quartiere ha descritto la zona come tipicamente tranquilla, anche se ha riconosciuto che il parco è frequentato da volti sospetti. Un altro residente ha confermato che quella notte è stata un’eccezione in un contesto altrimenti pacifico: “Ogni tanto si sentono urla, ma è la prima volta che assistiamo a una tale orribile violenza”.

Le autorità intendono approfondire le motivazioni che hanno portato a questo tragico evento, con l’auspicio di prevenire futuri episodi di violenza tra i giovani.



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