Oggi si è svolta un’importante udienza nell’ambito dell’inchiesta sul falso in bilancio che riguarda la ministra del Turismo, Daniela Santanchè. L’udienza, originariamente pianificata per il 17 ottobre, era stata rinviata a causa di questioni di salute della giudice. La Santanchè è sotto inchiesta per presunti illeciti contabili legati a Visibilia Editore. Il verdetto del giudice è atteso non prima della fine di novembre, con un’ulteriore udienza fissata per il 26 novembre.
I pubblici ministeri di Milano, Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi, hanno ribadito con fermezza, durante l’udienza preliminare, la loro posizione, chiedendo che la ministra e altri co-imputati siano portati a processo per il reato di falso in bilancio. Questa accusa è legata alla presunta cattiva gestione di Visibilia Editore e delle sue affiliate. La giudice ha escluso una richiesta di ammissione del Codacons come parte civile.
Motivazioni dell’accusa contro Santanchè
“Tutti sapevano e tutti hanno taciuto” è la tesi sostenuta dalla procura. Attualmente, sono 17 le persone indagate per falso in bilancio, inclusi il compagno della ministra, Dimitri Kunz, la sorella Fiorella Garnero, la nipote Silvia Garnero e l’ex compagno della senatrice Canio Giovanni Mazzaro, tutti con ruoli all’interno della società.
La richiesta di avviare un processo riguarda circa 15 persone, con la ministra Santanchè nei ranghi ufficiali dei co-imputati (un indagato ha chiesto di patteggiare). Le società coinvolte, nel frattempo, hanno già concordato una sanzione amministrativa.
Gli interventi della procura, rapportati a porte chiuse, sono stati brevi, durando poco più di un’ora. Essi hanno messo in evidenza che l’inchiesta è scaturita da un esposto presentato da piccoli azionisti a seguito di un controllo sui bilanci di Visibilia Editore, il quale ha rivelato squilibri finanziari fin dal 2016, compromettendo seriamente la società.
Nel documento di chiusura dell’indagine, la procura ha evidenziato come 15 delle 17 persone indagate abbiano omesso di verificare la conformità del bilancio alle scritture contabili, contribuendo attivamente alla diffusione di informazioni false e vantaggiose per loro stessi, creando un ingiusto profitto.
In aggiunta, l’accusa ha sottolineato l’incapacità della società di generare reddito, basando le proprie aspettative su piani industriali poco realistici che non hanno mai rispettato le previsioni, ingannando così gli investitori e mettendo a repentaglio la stabilità della spa.
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