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Neonati morti a Parma, arrestata una 21enne per infanticidio: “Temevo il giudizio altrui.”



Un caso agghiacciante emerge da Traversetolo, una frazione di Parma, dove Chiara, una ragazza di soli 21 anni, è stata arrestata con l’accusa di aver ucciso i suoi due neonati e di averli sepolti nel giardino della sua abitazione. Durante le indagini, Chiara ha dichiarato di aver temuto “il giudizio degli altri”, un aspetto che ha sollevato interrogativi sulla sua condizione psicologica e su come è riuscita a nascondere la verità a chi le stava attorno. Il 20 settembre, sono stati disposti per lei gli arresti domiciliari, e i dettagli delle indagini sono stati divulgati in una conferenza stampa.



Studentessa di Scienze della formazione, Chiara avrebbe partorito il suo secondo bambino nella notte tra il 6 e il 7 agosto, in totale solitudine nella taverna dell’abitazione. Secondo quanto emerso, ha utilizzato delle forbici trovate in cucina per tagliare il cordone ombelicale. Dopo essere svenuta, al risveglio avrebbe sepolto il neonato nel giardino.

Poco dopo, Chiara è partita con la sua famiglia per gli Stati Uniti. Durante gli interrogatori, avrebbe confermato di aver sepolto i neonati nel suo giardino “per averli vicino”. Gli inquirenti ipotizzano una premeditazione nel suo gesto, con il procuratore capo Alfonso D’Aquino che ha spiegato che Chiara aveva pianificato la gravidanza con l’intenzione di “sopprimere il proprio figlio”.

Il decesso del primo neonato risalirebbe al 12 maggio 2023, giorno in cui la giovane avrebbe approfittato di un impegno familiare per restare da sola in casa. La morte del secondo neonato è datata al 7 agosto. Secondo la versione dei magistrati, Chiara non avrebbe mai manifestato la volontà di tenere i bambini, contrariamente a quanto affermato durante gli interrogatori.

Durante la gravidanza, la ragazza avrebbe effettuato ricerche su Google per trovare modi per nascondere la gravidanza e per cercare tragiche soluzioni per porvi rimedio. Frasi come “Come non far vedere la pancia” e “Come avere un aborto” sono state annotate nel suo telefono, così come richieste relative a erbe e misoprostolo, un farmaco noto per indurre l’aborto.

Incredibilmente, nessuno, neppure i genitori o le amiche, ha notato la verità. Chiara ha parlato di cicli mestruali eccessivamente abbondanti e ha cercato di mascherare la gravidanza attraverso abiti larghi e una dieta alimentare restrittiva. Nel frattempo, ha continuato a vivere una vita “normale” fatta di shopping, uscite con amici e pranzi in famiglia, tutto ciò fatto in solitudine per il timore di essere giudicata.

Il fidanzato, padre dei due neonati, sarebbe stato completamente all’oscuro della situazione, secondo quanto emerso dalla Procura. Il loro rapporto, caratterizzato da alti e bassi, è stato travolto dalla verità che Chiara gli ha rivelato solamente il 19 agosto durante un incontro in caserma.

Questa storia inquietante illumina non solo la tragedia di due piccole vite spente prematuramente, ma anche la complessità delle emozioni e delle pressioni sociali che possono influenzare le decisioni estreme di un individuo. La comunità locale sta ora affrontando un momento di profonda riflessione su come gestire e prevenire simili tragedie in futuro.



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