Controcopertina

Moussa Sangare rivela il tragico omicidio di Sharon Verzeni in una confessione scioccante: «Lei indossava le cuffiette e ammirava le stelle»



Prima di colpire Sharon Verzeni a morte, Moussa Sangare ha sussurrato: “Scusa per quello che sto per fare”. La donna, mentre veniva aggredita, ripeteva disperata: “Perché? Perché?”.



Questi sono i primi dettagli emersi dall’interrogatorio del trentunenne che ha confessato l’omicidio della barista a Terno d’Isola. Sangare ha riferito di essere fuggito in bicicletta, modificandone alcuni componenti nei giorni successivi per evitare di essere rintracciato. Ha anche cambiato il suo aspetto tagliandosi i capelli, nel tentativo di eludere le indagini.

Secondo la ricostruzione degli eventi, Sangare era uscito dalla sua abitazione occupata a Suisio circa un’ora prima del crimine, armato di un coltello e con l’intento di attaccare una persona a caso. Si era aggirato per le strade di Terno d’Isola, minacciando due giovani lungo il tragitto, uno dei quali indossava una maglietta del Manchester United.

In seguito, ha notato Sharon e ha iniziato a seguirla. L’ha fermata mentre, ignara del pericolo, osservava le stelle con le cuffiette nelle orecchie. Ha inferto un colpo mortale al cuore, seguito da altre tre coltellate, prima di scappare rapidamente in bicicletta.

Moussa Sangare, nel tentativo di sfuggire alla cattura, ha apportato modifiche alla sua bicicletta e ha cambiato il suo aspetto fisico, sperando di non essere identificato attraverso il mezzo di trasporto o il suo look. L’interrogatorio ha rivelato dettagli cruciali che stanno aiutando gli investigatori a ricostruire il tragico evento e a comprendere le motivazioni dietro l’atto violento.



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