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Moussa Sangare e le parole prima di attaccare Sharon Verzeni: “Mi spiace per ciò che sto per farti”



Moussa Sangare, il 30enne fermato per l’omicidio di Sharon Verzeni, ha rilasciato una confessione sconvolgente. Mentre camminava guardando le stelle e ascoltando la musica, ha avvertito un feeling che lo ha portato a compiere un gesto terribile.



Durante l’interrogatorio con i carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo, coordinati dal pm Emanuele Marchisio, Sangare ha raccontato nel dettaglio le fasi dell’aggressione. Ha spiegato di aver individuato casualmente Sharon mentre pedalava per il centro di Terno d’Isola dopo una serata con gli amici. Ha confessato di aver scelto di ferirla a morte dopo averla incrociata in via Castegnate intorno alle 00.50 del 30 luglio scorso, tornando a casa per prendere i coltelli perché sentiva “una sensazione… dovevo eliminare qualcuno”.

Prima dell’agguato, Sangare ha incontrato altri possibili bersagli, ma alla fine ha scelto Sharon, una ragazza indifesa che camminava da sola con le cuffiette alle orecchie e lo sguardo perso nel vuoto. La vittima era uscita a quell’ora su consiglio della dietologa, per passeggiare dopo cena e perdere peso in vista del matrimonio.

Dopo aver afferrato Sharon per un braccio e scusandosi per ciò che stava per succedere, Sangare l’ha colpita con quattro fendenti. Il primo era diretto al cuore ma la lama è rimbalzata contro le costole. Mentre la vittima tentava di divincolarsi, Sangare ha inflitto altre tre pugnalate mortali alla schiena.

La confessione dell’assassino rivela un attacco brutale e privo di motivo. Sharon Verzeni è stata vittima di un gesto insensato e crudele, lasciando dietro di sé una comunità sconvolta dalla sua tragica scomparsa.



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