Morti due alpinisti sul Gran Sasso, i soccorsi: “Non abbiamo potuto fare di più”



Dopo giorni di intense ricerche, i corpi di Cristian Gualdi e Luca Perazzini, dispersi sul Gran Sasso, sono stati ritrovati grazie al dispositivo Sonar Recco.



Il ritrovamento dei corpi di Cristian Gualdi e Luca Perazzini, i due escursionisti scomparsi sul Gran Sasso, segna la conclusione di una vicenda tragica che ha commosso l’Italia. A dare l’annuncio è stato Daniele Perilli, presidente regionale del Soccorso Alpino e Speleologico dell’Abruzzo, che ha partecipato personalmente alle operazioni di ricerca.

“La nostra missione è sempre quella di riportare a casa le persone vive. Purtroppo, accadono anche queste tragedie, e per noi è una sconfitta” ha dichiarato Perilli, visibilmente commosso. L’impegno instancabile del Soccorso Alpino, coadiuvato dalla Guardia di Finanza, non è bastato a salvare la vita dei due giovani alpinisti.

Nonostante il dolore, i familiari di Cristian Gualdi e Luca Perazzini hanno voluto esprimere gratitudine verso i soccorritori. In una nota, hanno ringraziato tutte le squadre coinvolte per il lavoro incessante svolto nei giorni successivi alla scomparsa. I parenti hanno avuto modo di incontrare personalmente i volontari e gli uomini della Guardia di Finanza che hanno partecipato alle operazioni.

“Siamo qui per salvare vite, e quando accadono episodi come questo, è un dolore profondo anche per noi” ha aggiunto Perilli, sottolineando come ogni missione di recupero sia sempre vissuta con grande umanità da parte delle squadre operative.

I due alpinisti avevano intrapreso la Direttissima del Corno Grande, a 2.700 metri di altitudine, ma erano scivolati nel Vallone dell’Inferno. L’ultimo segnale dai loro smartphone è stato rilevato domenica 22 dicembre, poco dopo l’invio di un SOS. Da quel momento, ogni tentativo di contatto era risultato vano.

Le condizioni meteorologiche, particolarmente rigide in alta quota, hanno ostacolato le ricerche per diversi giorni. Solo oggi, con il miglioramento del tempo, è stato possibile utilizzare il dispositivo Sonar Recco, che si è rivelato fondamentale per individuare i corpi. Tuttavia, il ritrovamento ha confermato ciò che molti temevano: per Cristian e Luca non c’era più nulla da fare.

Il Sonar Recco è una tecnologia all’avanguardia che consente di rilevare oggetti metallici o dispositivi elettronici sepolti sotto neve o rocce. Per la prima volta utilizzato sul Gran Sasso, questo strumento ha permesso di localizzare i due corpi, dando finalmente una risposta alle famiglie. “È stato un elemento decisivo per il ritrovamento”, ha spiegato uno dei soccorritori, che ha ribadito come la tecnologia stia assumendo un ruolo sempre più cruciale nelle operazioni di ricerca e soccorso in montagna.

Il ricordo di Cristian e Luca

La scomparsa di Cristian Gualdi e Luca Perazzini ha suscitato grande commozione sui social e nella comunità alpinistica italiana. Entrambi erano esperti escursionisti, appassionati di montagna e profondamente legati ai paesaggi del Gran Sasso. Molti messaggi di cordoglio sono arrivati da amici, conoscenti e da chi ha seguito con apprensione le operazioni di ricerca.

La tragedia ha anche riportato l’attenzione sull’importanza di affrontare con prudenza la montagna, specialmente in condizioni climatiche avverse. “La montagna può essere straordinaria, ma anche imprevedibile e pericolosa,” ha commentato un esperto del Club Alpino Italiano, sottolineando l’importanza di una preparazione adeguata e dell’utilizzo di attrezzature all’avanguardia.

Un dolore condiviso

Il Soccorso Alpino e Speleologico dell’Abruzzo, che ha coordinato le operazioni, ha voluto esprimere vicinanza alle famiglie, ribadendo il proprio impegno nel garantire la sicurezza di chi frequenta le montagne. “Quando non riusciamo a riportare le persone a valle, per noi è una sconfitta” ha concluso Daniele Perilli, evidenziando il coinvolgimento umano che accompagna ogni missione.

Il Gran Sasso, con le sue vette maestose e sfide alpinistiche, rimane un luogo di straordinaria bellezza ma anche di grandi rischi. La vicenda di Cristian Gualdi e Luca Perazzini ne è un doloroso promemoria.



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