Denuncia di scomparsa, ma la moglie è fuggita per le violenze subite: “Mi costringeva a bere farmaci per non avere figli.” Ora l’uomo è sotto processo per maltrattamenti.
Un 44enne di origine bengalese è attualmente sotto processo ad Ancona, accusato di maltrattamenti in famiglia. L’uomo aveva sporto denuncia per la scomparsa della moglie, una donna di 29 anni, che in realtà era fuggita dopo anni di violenza e abusi. Secondo quanto emerso, la donna sarebbe stata costretta a vivere in una situazione di segregazione per ben dieci anni, subendo botte e umiliazioni, e costretta a prendersi cura di altri uomini che vivevano nella loro casa.
Ieri, davanti al giudice Carlo Cimini, si sono presentati i testimoni della difesa, compresa la vittima, la quale ha trovato asilo in Toscana per distaccarsi dall’uomo che l’aveva sposata. Le indagini erano iniziate dopo la denuncia di scomparsa, presentata il 12 febbraio 2022. La giovane donna aveva abbandonato la casa due giorni prima, per poi prendere un treno direzione Carrara, dove ha ricevuto aiuto da un amico. In un primo momento, la denuncia del marito sembrava genuina, ma la situazione è rapidamente cambiata.
Dopo una serie di accertamenti, i carabinieri hanno ricevuto una mail dalla donna in cui dichiarava di non essere scomparsa, ma di aver deciso di fuggire da un coniuge violento. “Se torno a casa, mi uccide”, aveva scritto, rivelando anche che il marito aveva una seconda moglie in Bangladesh. La giovane ha raccontato di un’insostenibile vita di violenza e sfruttamento. In casa con loro vivevano altri uomini a cui ella doveva prestare servizio, sacrificando i suoi diritti e la sua libertà.
In aula, la donna ha confermato di essere stata picchiata con una frequenza di 4-5 volte a settimana e di aver subito colpi di calcio e pugno, oltre a strattoni e umiliazioni. Un episodio in particolare l’ha colpita duramente: “Una volta mi ha dato un calcio in pancia”. Economicamente dipendente dal marito, che incassava i frutti dei lavori domestici da lei svolti, la vittima ha dichiarato di essere stata costretta a una vita di miseria e privazioni.
Il marito, ora difeso dall’avvocato Enrico Alessandrini, avrebbe anche tentato di far tornare la moglie in Bangladesh, per portare in Italia la sua seconda consorte. “Mi teneva bloccata e senza mezzi economici”, ha dichiarato la vittima. Sul piano medico, la protagonista di questa vicenda ha riportato di un cocktail di farmaci somministrati con inganno dal marito per evitarle la gravidanza. Nel 2021, dopo aver accusato forti dolori, si è recata in ospedale e lì ha scoperto di avere problemi di salute legati alle violenze subite. Le cartelle cliniche hanno riportato casi di metrorragia (sanguinamento) dovuti a colpi ricevuti.
Il 10 febbraio 2022, dopo aver subito un ulteriore episodio violento, ha preso la difficile decisione di scappare e chiedere aiuto. La prossima udienza è fissata per il 26 novembre, quando saranno ascoltati ulteriori testimoni della difesa. La storia di questa donna è solo uno dei tanti esempi di maltrattamenti che avvengono nella società, mettendo in luce la necessità di una maggiore protezione e supporto per le vittime di violenza domestica.
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