Nel marzo scorso, Simone Del Vecchio, professionista nel settore del web design, ha deciso di recarsi in Albania per sottoporsi a un intervento odontoiatrico. Attratto dai costi competitivi offerti dalle cliniche locali, ha optato per l’estrazione completa dei denti e l’installazione immediata di impianti su entrambe le arcate dentarie.
Secondo quanto riferito dal fratello Marco Del Vecchio, l’intervento è stato eseguito senza esami preliminari approfonditi. “Venti denti estratti tutti insieme. Gli somministrarono quattro anestesie gengivali e una blanda sedazione generale senza effettuare esami preventivi, oltre che antibiotici, antinfiammatori, antidolorifici. Dopo il trattamento, durato dalle 14 alle 18, tornò in camera nella stessa clinica dove aveva subito l’intervento. Simone, però, non riuscì neanche ad arrivarci nella stanza perché, dopo aver bevuto un sorso d’acqua, si sentì male, ebbe il primo arresto cardiaco al quale ne susseguirono altri tre.”
Dopo l’intervento, Simone ha subito quattro arresti cardiaci consecutivi, rendendo necessario il ricovero immediato in terapia intensiva. Inizialmente trattato a Tirana, è stato successivamente trasferito al Policlinico di Bari e, infine, alla Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo.
Durante il periodo di degenza, Simone ha contratto un’infezione da Candida auris, un fungo resistente che ha ulteriormente complicato il suo percorso di recupero. “È stato in coma farmacologico più di un mese fino al primo maggio quando ha iniziato a dare alcuni segnali di ripresa. Ha ancora problemi di memoria breve. A inizio giugno è stato trasferito nel reparto di Malattie infettive a causa di un’infezione batterica contagiosa, la candida auris, che ha ritardato ancora di più la sua ripresa perché non ha potuto fare riabilitazione. Qui è rimasto fino al 27 settembre, giorno in cui abbiamo deciso di portarlo a San Giovanni Rotondo (nella Casa Sollievo della Sofferenza, dove Simone si trova tuttora, ndr).”
Attualmente, Simone è vigile ma costretto a letto, affrontando una stenosi tracheale che compromette le sue capacità di respirare, mangiare e bere autonomamente. È previsto un ulteriore intervento chirurgico per affrontare questa complicazione.
La famiglia Del Vecchio ha intrapreso azioni legali per ottenere giustizia, ma si scontra con le difficoltà legate alla giurisdizione internazionale e alla raccolta di documentazione medica completa. “Abbiamo molti problemi legati al fatto che si tratta di un Paese che non fa parte dell’Unione Europea e alle difficoltà nel reperire i documenti dell’intervento”, spiega il fratello Marco.
Questo caso solleva interrogativi sulla sicurezza delle procedure odontoiatriche eseguite all’estero e sull’importanza di valutare attentamente i rischi associati al turismo sanitario. Secondo dati recenti, circa 200.000 italiani si recano annualmente all’estero per cure dentistiche, con l’Albania tra le mete più gettonate. Tuttavia, in almeno un caso su tre, al rientro in Italia, si rendono necessarie ulteriori cure per rimediare a complicazioni insorte dopo gli interventi effettuati all’estero.
Le autorità sanitarie italiane raccomandano ai cittadini di informarsi accuratamente sulle cliniche estere, verificando le qualifiche dei professionisti e le certificazioni delle strutture, per evitare situazioni analoghe a quella vissuta da Simone Del Vecchio.
La vicenda di Simone evidenzia la necessità di una maggiore consapevolezza riguardo ai potenziali rischi del turismo sanitario e l’importanza di affidarsi a professionisti qualificati e strutture accreditate, anche se ciò comporta costi più elevati.
In attesa del prossimo intervento chirurgico, la famiglia Del Vecchio continua a lottare per il recupero di Simone e per ottenere chiarezza sulle responsabilità legate all’accaduto. La loro speranza è che la condivisione della loro esperienza possa servire da monito per altri e promuovere una maggiore attenzione alla sicurezza nelle cure mediche, indipendentemente dal luogo in cui vengono effettuate.
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