Manuela uccisa dall’ex, le colleghe sconvolte: «Non parlava mai di lui. Viveva solo per suo figlio»



Alessia, collega di Manuela Petrangeli, ricorda con orrore gli attimi concitati in cui Manuela è stata uccisa dall’ex compagno e padre di suo figlio, Gianluca Molinaro, in via degli Orseolo, zona Portuense di Roma. Manuela e Alessia lavoravano insieme come fisioterapiste nella clinica Villa Sandra, distante poche centinaia di metri dal luogo del delitto.



Alessia racconta che stavano uscendo dal lavoro quando un collega le ha chiesto di portarlo nella via accanto. Appena scesa dall’auto, un altro collega urlava: “È Manuela, correte”. Alessia ha visto Cristina, un’altra collega, con le mani insanguinate e sotto shock. Cristina ha assistito all’intera scena: Molinaro ha sparato a Manuela dal finestrino di una Smart grigia scura, colpendola prima al braccio e poi al petto mentre cercava di nascondersi dietro la sua auto. Le ultime parole di Manuela sono state: “Aiutami”.

Tentativi di rianimazione e tragico epilogo

I sanitari hanno fatto di tutto per rianimare Manuela, ormai a terra, esanime in una pozza di sangue. Alessia ha visto il corpo della collega a terra e i soccorritori che hanno provato il massaggio cardiaco, ma era ormai troppo tardi. Alessia ha cercato di rassicurare Cristina, ma sapeva che non c’era più nulla da fare.

Vita dedicata al figlio e tragico destino

Manuela avrebbe dovuto andare in ferie il giorno dopo, ma non ha fatto in tempo. Suo figlio di 9 anni la stava aspettando, ignaro del tragico destino che l’attendeva. Le ultime parole di Manuela al figlio sono state: “Amore della mamma, tra poco vengo a prenderti”. Alessia sottolinea che Molinaro conosceva bene le abitudini di Manuela, sapeva che parcheggiava sempre in quella via e usciva sempre allo stesso orario. L’ha aspettata e l’ha uccisa.

Sconvolgimento tra i colleghi e richiesta di giustizia

I colleghi di Manuela sono sconvolti dalla tragedia. Maria Cristina, un’altra collega, piange e chiede che Molinaro paghi per il suo crimine. Nessuno dei colleghi sapeva della relazione tormentata tra Manuela e Molinaro, né delle violenze che Manuela aveva subito. Cristina, che ha assistito all’omicidio, è stata portata in ospedale insieme a un’altra collega, ma per fortuna non sono rimaste ferite.

Dalle testimonianze emerge che tra Manuela e Molinaro era in corso una separazione e che c’erano problemi legali. Poco tempo prima, c’era stata la comunione del figlio di Manuela, ma Molinaro non era presente. Questo fa ipotizzare che la relazione fosse già compromessa e che Molinaro potesse nutrire rancore verso Manuela.

La tragedia di Manuela Petrangeli è l’ennesimo caso di femminicidio che scuote la coscienza della società. Nonostante gli sforzi per combattere la violenza di genere, le donne continuano a perdere la vita per mano di partner o ex partner violenti. Questa vicenda solleva nuovamente la questione della necessità di intervenire tempestivamente per prevenire tali tragedie e garantire la sicurezza delle donne.

Conclusione: un grido di dolore e di giustizia

La morte di Manuela Petrangeli è un grido di dolore e di giustizia che risuona in tutta Italia. È fondamentale che la società si unisca per combattere la violenza contro le donne, sensibilizzando sull’importanza del rispetto, della parità di genere e della solidarietà femminile. Solo attraverso un impegno collettivo e una maggiore consapevolezza, potremo prevenire tragedie come quella di Manuela e garantire un futuro più sicuro per tutte le donne.



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