Un nuovo scontro sul presepe nelle scuole è esploso dopo che una madre ha definito discriminatoria la sua presenza. Vittorio Feltri risponde con fermezza, sottolineando l’importanza delle radici cristiane.
Una madre dell’Emilia-Romagna ha recentemente sollevato un acceso dibattito, lamentandosi dell’allestimento di un presepe all’ingresso della scuola frequentata dal figlio. Secondo la donna, la presenza della rappresentazione natalizia sarebbe discriminatoria nei confronti di chi non condivide la fede cristiana. Una giornalista ha espresso il proprio sostegno alla posizione della madre, alimentando ulteriormente le polemiche. La questione, come accade ogni anno, ha diviso l’opinione pubblica, suscitando l’intervento di Vittorio Feltri, che ha espresso un giudizio netto sul tema attraverso la sua rubrica quotidiana.
In risposta alla domanda di un lettore, Feltri ha scritto: “Disturba che sia cristiano. Ma noi siamo cristiani. Le nostre radici sono cristiane. L’Europa è cristiana. L’Occidente è cristiano. Chiunque ne sia infastidito o si senta insolentito, stia a casa propria. Ce ne faremo una ragione”. Il giornalista ha difeso il presepe, definendolo un simbolo non solo religioso, ma anche profondamente legato alla cultura e alle tradizioni italiane.
Secondo Feltri, il presepe è un elemento altamente inclusivo, che rappresenta la nascita di Gesù in un contesto di umanità e semplicità, includendo pastori e animali accanto alla Sacra Famiglia. Ha spiegato: “Se non è inclusivo il presepe, cosa diavolo lo è? Esso non riproduce soltanto la nascita di Gesù. È una rappresentazione che include la gente misera, i pastori e persino gli animali, il cui ruolo è fondamentale per il calore e il conforto che offrono al piccolo Gesù nella sua prima notte di vita”.
Ogni anno, la questione del presepe nelle scuole e negli spazi pubblici torna a scatenare polemiche. Il dibattito si inserisce in un contesto più ampio di tensioni culturali e religiose, in cui il politicamente corretto è spesso accusato di minare le tradizioni consolidate. Feltri non ha risparmiato critiche a quella che ha definito una tendenza a “mimetizzare il nostro credo religioso”, sottolineando come le tradizioni cristiane siano frequentemente oggetto di revisione o cancellazione in nome dell’inclusività.
Il giornalista ha citato esempi che, a suo parere, evidenziano l’assurdità di certe reinterpretazioni del presepe: “Mi indigna quando il presepio viene allestito secondo le imposizioni e i dogmi del politicamente corretto: come accade con Maria e Giuseppe rappresentati neri o il Bambin Gesù nero. Mi ha indignato ancora di più il presepio costruito qualche anno fa in una chiesa di Potenza, dove la Vergine indossava il burqa”.
Add comment