Il sogno olimpico di Carlo Macchini messo a dura prova da una performance al di sotto delle aspettative, ma con la determinazione di puntare verso futuro più luminoso.
Il ginnasta dell’artistica italiana, Carlo Macchini, si toglie le fascette dai polsi e dalle mani, lasciando affiorare i suoi pensieri in modo riflessivo e malinconico. Le sue parole, captate in diretta televisiva, esprimono una profonda amarezza: “Dopo tutto il lavoro svolto… sono desolato, amareggiato”.
Il valore di un atleta non si misura solo in due giorni di competizione, ma Macchini non riesce a trovare la pace interiore dopo le cadute nei sopralluoghi alla sbarra e al cavallo con maniglie, incidenti che hanno compromesso non solo la sua prestazione ma anche le sue ambizioni nel mondo della ginnastica artistica alle Olimpiadi. Il sesto posto nella finale a squadre, però, si può considerare un punto di ripartenza in vista dell’appuntamento di Los Angeles nel 2028.
Un video ripreso immediatamente dopo la competizione rivela il dispiacere del giovane atleta, il quale non lesina giudizi severi su se stesso: “Mai avrei pensato a una cosa del genere… mai”, afferma con un’espressione carica di tristezza. Dopo aver tolto le fascette, continua a ragionare ad alta voce: “Dopo tutto quello che ho fatto… mi sento amareggiato e desolato – questo è evidente dalle immagini di Eurosport –. È vergognoso”.
In anticipo, Macchini aveva avvertito dei crampi durante la rincorsa per afferrare la sbarra, un chiaro segnale premonitore: “Non riuscivo nemmeno a piegare il piede con la mano”. Il suo risultato è stato influenzato più da un problema fisico che da veri e propri errori tecnici.
Chi compete a livelli così alti e chi dedica ore e ore di allenamento per raggiungere importanti traguardi conosce bene il senso di frustrazione che può emergere in momenti come questi. Quest’emozione sincera e toccante giustifica il suo sfogo: dopo innumerevoli sacrifici per essere a Parigi, ha visto sfumare tutto sul più bello, e questa realtà, al di là di tutte le attenuanti possibili, fa davvero male.
Il risultato finale degli azzurri attenua solo in parte il tormento provato da Macchini per le sue prove individuali. Non è stato solo lui a commettere un errore; il direttore tecnico ha espresso un grande apprezzamento per tutto il gruppo e ha rimarcato come l’incidente di Macchini non abbia influito in modo significativo sul risultato finale.
“Su diciassette esercizi abbiamo avuto un solo errore, la caduta di Carlo alla sbarra, ma anche senza di essa saremo comunque arrivati sesti – ha dichiarato Giuseppe Cocciaro, come riportato dal sito ufficiale della Federginnastica –. Questo è il nostro attuale posizionamento, e non è affatto trascurabile. I margini per migliorare sono numerosi e vorrei che questo sesto posto di oggi fosse un trampolino di lancio”.
Le squadre di Giappone (oro), Cina (argento), Stati Uniti (bronzo) e Gran Bretagna (che ha chiuso ai piedi del podio) hanno dimostrato qualità superiori. Tuttavia, l’Italia non ha intenzione di restare in disparte a leccarsi le ferite. La squadra si è unita per incoraggiarlo, applaudendo e sostenendo Macchini, perché nella vittoria come nella sconfitta si lavora come un gruppo.
A mente più serena, Macchini decide di ascoltare anche il suo amor proprio. “Anzitutto, sono orgoglioso del lavoro di squadra. Mi dispiace sinceramente di non essere stato all’altezza della preparazione insieme al mio allenatore. Tuttavia, l’amarezza che provo ora sarà la forza che mi spingerà a ricominciare. Non ho alcuna intenzione di arrendermi. Ho 28 anni e voglio tentare di nuovo per Los Angeles”.
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