“L’umanità a rischio a causa del cambiamento climatico”: l’allarme di Mercalli dopo Valencia



L’alluvione che ha colpito Valencia ha causato devastazione, con centinaia di vittime e migliaia di persone ancora disperse. La catastrofe riflette la gravità del cambiamento climatico e le sfide future per l’Europa.



Le conseguenze dell’alluvione e il ruolo del cambiamento climatico

La recente alluvione che ha devastato Valencia e le aree circostanti rappresenta un disastro di dimensioni epocali, mostrando nuovamente quanto il cambiamento climatico influisca su eventi meteorologici estremi. Un’imponente massa d’acqua ha travolto intere città e causato danni per miliardi di euro. Si tratta di una catastrofe che non solo sottolinea l’urgenza della questione climatica, ma mette anche in luce i rischi connessi alla crescente urbanizzazione e impermeabilizzazione dei suoli.

Come sottolineato dal climatologo Luca Mercalli, il riscaldamento globale, causato principalmente da attività umane, è destinato a intensificare la frequenza e la violenza di tali eventi climatici. “Siamo ben al di sopra del limite di sicurezza, che a Parigi era stato fissato in 2 gradi centigradi. Attenzione, parliamo della soglia massima tollerabile. Eventi estremi come le alluvioni di Valencia o dell’Emilia Romagna si stanno verificando con ‘solo’ +1,4 gradi. Con 0,6 gradi in più, quelli che ci separano alla soglia dei 2, accresciamo di molto gli eventi meteo estremi”, ha dichiarato Mercalli, sottolineando l’urgenza di azioni concrete.

Danni incalcolabili e bilancio delle vittime a Valencia

I dati preliminari indicano che durante l’alluvione sono caduti oltre 600 millimetri di pioggia in poche ore, un livello record per la Spagna e per tutta l’Europa. Le infrastrutture locali, progettate per gestire precipitazioni di minore entità, non hanno retto al carico d’acqua. Le strade si sono rapidamente trasformate in fiumi, sommergendo veicoli e persone. Gran parte delle vittime è stata trovata in automobili e parcheggi sotterranei, aree in cui non avrebbero dovuto trovarsi in una simile emergenza.

In Emilia Romagna, dove quattro alluvioni hanno colpito il territorio in meno di due anni, la popolazione è stata in gran parte protetta grazie a un’efficace rete di comunicazione e prevenzione. Anche se in Emilia Romagna i fenomeni sono stati devastanti, i sistemi di allerta della Protezione Civile e i piani di evacuazione hanno contenuto significativamente il numero delle vittime. Durante le alluvioni di maggio 2023, si sono registrate 17 vittime, mentre i recenti episodi hanno causato una sola vittima nel Bolognese.

L’allarme degli scienziati: un futuro sempre più incerto

Gli esperti avvertono che eventi come l’alluvione di Valencia potrebbero diventare più frequenti e violenti a causa dell’aumento delle temperature globali. Secondo un rapporto recente del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), il riscaldamento globale rischia di superare i 3°C entro la fine del secolo, ben oltre il limite di sicurezza dei 2°C stabilito dagli Accordi di Parigi. “Con 3 gradi consegniamo alle generazioni future un mondo molto, molto pericoloso”, ha spiegato Mercalli. Questo dato allarmante evidenzia la necessità di adottare misure urgenti e coordinate a livello internazionale.

Rischio alluvioni in Italia: un pericolo costante

Anche in Italia, il rischio di alluvioni è una realtà costante e riguarda tutto il territorio nazionale, senza eccezioni. Grandi città come Genova, caratterizzate da una fitta urbanizzazione e forti precipitazioni, sono particolarmente esposte. Genova ha già vissuto eventi simili, con conseguenze gravi e perdite di vite umane.

La sfida della Cop29 in Azerbaijan

Dal prossimo 11 novembre, in Azerbaijan si terrà la ventinovesima edizione della Conferenza delle Parti sui cambiamenti climatici (Cop29), durante la quale i leader mondiali discuteranno nuove misure per contrastare il cambiamento climatico. Tuttavia, Mercalli si dice pessimista: “Non mi aspetto assolutamente nulla. Il mondo è distratto da altri problemi, a partire dalle guerre in Ucraina e Medio Oriente; la questione climatica continua ad essere lasciata in secondo piano”, ha commentato, evidenziando la preoccupante mancanza di impegno da parte delle nazioni industrializzate.

Cina e India: la responsabilità globale

Nel dibattito internazionale sulle emissioni di gas serra, spesso si punta il dito contro Cina e India, considerati tra i principali responsabili. Tuttavia, Mercalli evidenzia che ogni cittadino americano consuma in media il doppio delle risorse di un cittadino cinese, rendendo il quadro della responsabilità più complesso. La Cina, primo produttore mondiale di pannelli solari e veicoli elettrici, ha dichiarato che prenderà ulteriori provvedimenti solo se anche l’Occidente farà passi concreti.

La risposta del settore automobilistico europeo

L’industria automobilistica europea si trova oggi a fare i conti con il predominio cinese nel settore delle auto elettriche economiche. Mentre i produttori europei hanno concentrato i loro investimenti su modelli di alta gamma, accessibili solo a pochi, i produttori cinesi hanno occupato il mercato delle auto elettriche più accessibili. Aziende come Volkswagen e Stellantis lamentano questa concorrenza, ma secondo Mercalli questa situazione è la diretta conseguenza di strategie industriali obsolete: “Inutile prendersela con la Cina. Se fai Suv elettrici da 80mila euro è chiaro che un operaio non può permettersela”, ha affermato il climatologo, suggerendo che un ripensamento delle politiche industriali è essenziale per affrontare la concorrenza globale.

Emissioni di CO2: un problema crescente

Il 2023 ha segnato un nuovo record globale per le emissioni di anidride carbonica, con un incremento dell’1,3% rispetto all’anno precedente. Questo aumento indica chiaramente che gli obiettivi stabiliti negli accordi climatici internazionali rimangono in gran parte inattuati. Gli eventi estremi come quelli di Valencia e Emilia Romagna si sono verificati con un riscaldamento globale di “soli” 1,4°C. Con l’avvicinarsi al limite dei 2°C, le condizioni atmosferiche potrebbero divenire ancora più instabili, con impatti devastanti sulle infrastrutture, l’agricoltura e la vita umana.

Conclusioni: la necessità di un cambiamento immediato

Le catastrofi climatiche come quella di Valencia dovrebbero servire come avvertimento urgente per i governi e le comunità internazionali. I rischi per la popolazione, le economie e l’ambiente richiedono una risposta globale coordinata e l’adozione di misure radicali per ridurre le emissioni e rafforzare le infrastrutture.



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