Emma Marrazzo, madre di Luana D’Orazio, continua a lottare per ottenere giustizia dopo la tragica perdita della figlia. Luana è morta tre anni fa in un incidente sul lavoro, e il 3 maggio, giorno del compleanno di Emma, è diventato un giorno di commemorazione e di lotta. Emma vuole far sì che la morte di sua figlia venga riconosciuta come omicidio, non come un incidente.
Luana D’Orazio, all’epoca 22enne, è stata vittima di un incidente sul lavoro in un’azienda tessile di Montemurlo, vicino Prato. È stata stritolata da un orditoio manomesso. Emma ricorda vividamente quel giorno terribile e la disperazione che ha provato quando ha saputo della morte di sua figlia. La sua forza ora deriva dal nipote Alessio, il figlio che Luana aveva avuto in giovane età.
Emma conserva ancora il cellulare di Luana e continua a inviarle messaggi vocali e foto di Alessio mentre cresce. Un’immagine in particolare, un montaggio fatto da Luana, mostra la giovane madre che affida il suo bambino a Gesù. Questa immagine commuove profondamente Emma, ricordandole l’amore di sua figlia per il suo bambino.
Emma Marrazzo sta ora lottando per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro nel codice penale italiano. Sebbene il ministro della Giustizia si sia detto contrario, Emma insiste che nel caso di sua figlia ci sia stato dolo nella manomissione dell’orditoio e che ciò dovrebbe essere considerato omicidio, non un semplice incidente. Emma chiede al ministro se avrebbe messo sua figlia davanti a un macchinario senza protezioni. La sua battaglia continua, nel ricordo di Luana e in nome della giustizia.
La lotta di Emma rappresenta la determinazione di una madre che non vuole che la morte della figlia venga ignorata. La sua campagna solleva importanti questioni sulla sicurezza sul lavoro e sulla responsabilità dei datori di lavoro. Emma vuole che la morte di Luana serva come monito e che vengano introdotte leggi più severe per prevenire incidenti simili in futuro.
La storia di Emma Marrazzo e di sua figlia Luana è una testimonianza di coraggio e determinazione. Emma sta cercando di trasformare il suo dolore in un’azione positiva, lottando per cambiare le leggi sul lavoro in Italia. La sua storia solleva questioni cruciali sulla sicurezza sul lavoro e sul bisogno di giustizia per le vittime di incidenti causati da negligenza o dolo.
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