L’ex ha ucciso Manuela Petrangeli, la mamma è furiosa: “Maledetto, mi farò giustizia da sola”



Il pianto disperato di mamma Patrizia, che riecheggia dalle finestre al primo piano dei lotti popolari di Primavalle, è un grido di dolore che scuote l’intera comunità. Le sue parole, cariche di rabbia e disperazione, risuonano nel cortile: “Maledetto, maledetto da Dio”, “Lo dovevamo ammazzare prima”, “Bestia” e “Bastardo maledetto”. Parenti e amici cercano di consolarla, ma il dolore è troppo grande per essere lenito. La notizia della morte di Manuela Petrangeli si diffonde rapidamente, lasciando tutti sgomenti e increduli.



La comunità di Primavalle si stringe attorno alla famiglia di Manuela

La casa di mamma Patrizia diventa un luogo di raccoglimento e vicinanza. Molte donne si riuniscono, commentando esasperate l’ennesimo femminicidio. Si sentono frasi cariche di rabbia e frustrazione: “Io me la faccio da sola giustizia”, “Basta, bisogna uscire con il fucile in tasca”, “Non merita neanche un processo”. La comunità di Primavalle realizza che Manuela Petrangeli, sempre disponibile, gentile e riservata, è stata brutalmente uccisa. Un’amica, in lacrime, la descrive come “una super donna, fuori dal comune, anche per questa nostra semplice zona”.

Manuela Petrangeli, una donna dal cuore grande e generoso

Manuela Petrangeli era una donna dal cuore grande e generoso, sempre pronta ad aiutare gli altri. Infermiera di tutti, correva al capezzale di chiunque avesse bisogno, fosse per infortuni o semplici punture. “Chi poteva aiutare, aiutava”, ricorda un amico. La sua bontà e riservatezza erano note a tutti, ma forse proprio queste qualità l’hanno portata a sottovalutare il pericolo che incombeva su di lei.

Manuela viveva per il figlio, ma forse ha sottovalutato il pericolo

Manuela Petrangeli viveva per il figlio, che teneva “come un principe”. Alcuni insinuano il sospetto che per amore del suo bambino abbia sopportato piccole forme di prepotenza. La sua amica ricorda che si erano viste il giorno prima, quando Manuela era stata “pacifica” con chi si lamentava del rumore dei ragazzini. Manuela era una grande professionista, con due master all’attivo, ma teneva tutto per sé, forse confidando solo in famiglia i dettagli che ora potrebbero essere decisivi per le indagini.

Secondo un parente, l’omicida, Gianluca Molinaro, “ha premeditato tutto”. Alcuni conoscenti lontani ricordano di averli visti insieme a un matrimonio anni fa, notando che “sembravano malassortiti”. Ora la comunità di Primavalle si interroga su come Manuela abbia potuto sottovalutare il pericolo che incombeva su di lei e sul figlio, e su cosa avrebbe potuto fare per evitare questa tragedia.

La morte di Manuela Petrangeli ha suscitato un grido di dolore e di rabbia nella comunità di Primavalle. Molti chiedono giustizia e si interrogano su come prevenire altri femminicidi. La vicina di casa di Manuela ammonisce: “Denunciare, subito, prima che sia troppo tardi”. Questa tragedia pone l’accento sulla necessità di sensibilizzare le donne sui pericoli della violenza domestica e di fornire loro gli strumenti per difendersi e chiedere aiuto.

Manuela Petrangeli rimarrà per sempre nel cuore della sua comunità come una donna buona, generosa e sempre pronta ad aiutare gli altri. La sua morte ha lasciato un vuoto incolmabile, non solo nella sua famiglia, ma in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerla. Questa tragedia ci ricorda l’importanza di vigilare sui segnali di violenza e di offrire sostegno e protezione alle donne in pericolo. Solo attraverso l’impegno collettivo e la solidarietà femminile potremo onorare la memoria di Manuela e di tutte le vittime di femminicidio, lavorando per costruire un mondo più sicuro e giusto per tutti.



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