Nelle remote alture del Nepal, lo youtuber Ruhi Çenet ha intrapreso un viaggio affascinante per esplorare un prodotto unico: il miele allucinogeno delle tribù locali. Questo miele, noto per il suo potenziale tossico se consumato in eccesso, viene raccolto con grande rischio da quelli che sono anche significativi trasmettitori di tradizioni culturali.
Il miele allucinogeno, venduto come miele pazzo, deriva dalla polline di piante come le azalee e i rododendri, che contengono una sostanza chimica nota come graianotossina. Questa tossina conferisce al miele un caratteristico colore rossastro, diverso da quello dorato del miele tradizionale, e i suoi effetti possono includere esperienze psicoattive simili a quelle delle sostanze stupefacenti.
Per produrre questo miele raro, le api dell’Apis laboriosa, la più grande specie di ape, devono visitare circa quattro milioni di fiori per ottenere solo un chilogrammo. L’ape mellifera gigante, dotata di pungiglioni lunghi fino a 6 millimetri, vive in colonie che possono contare fino a 100.000 esemplari, creando alveari verticali che si annidano su pareti rocciose a grande altezza.
La raccolta del miele allucinogeno
La raccolta del miele pazzo avviene principalmente in primavera, ma è comune anche alla fine dell’autunno. Gli apicoltori locali affrontano sfide enormi, tra cui il rischio di punture d’insetto e la necessità di scalare altitudini notevoli. Utilizzando tecniche tradizionali, questi esperti costruiscono scale di bambù che possono superare i 30 metri di altezza.
Arrivati in prossimità dell’alveare, i raccoglitori utilizzano un lungo bastone di bambù e bruciano erbe aromatiche per generare fumi che tranquillizzano le api, riducendo il numero di punture durante l’operazione. Nonostante questo, le punture sono quasi inevitabili e rappresentano un rischio significativo.
Valore economico e implicazioni del miele pazzo
Il miele allucinogeno è estremamente costoso sul mercato, con circa 400 dollari per 200 grammi, grazie all’alto potenziale di graianotossine. Tuttavia, i raccoglitori locali ricevono una frazione di questo valore, guadagnando meno di 50 dollari per chili di prodotto. Questo squilibrio mette sotto pressione le comunità, poiché il loro prezioso lavoro è poco riconosciuto.
Gli effetti psicotropi del miele pazzo possono variare enormemente: se assunto in piccole quantità, induce euforia e rilassamento; ma dosi elevate possono causare avvelenamento. Testimonianze locali descrivono esperienze di incapacità temporanea e stati simili a coma dovuti all’assunzione eccessiva di questo miele.
In passato, il miele allucinogeno è stato usato anche come arma: nel 67 a.C. durante l’invasione romana del Ponto, i soldati furono messi fuori combattimento dopo aver consumato questo miele attirato da favi posizionati lungo il percorso. Racconti antichi riportano che anche i soldati greci nel 401 a.C. ebbero esperienze simili, descrivendo sintomi di intossicazione prolungata.
Ruhi Çenet ha deciso di testare il miele pazzo, riportando un rapido abbassamento della temperatura corporea e effetti come formicolio, nausea e cefalea. Gli effetti della graianotossina, che interferisce con la trasmissione nervosa, possono avere conseguenze significative sulla salute, rendendo essenziale un approccio responsabile al suo consumo.
La raccolta del miele allucinogeno è quindi non solo un’attività economica, ma anche un elemento di identità culturale da preservare. La comunità Gurung mantiene viva questa tradizione, mentre affronta le sfide del mercato moderno e delle pressioni esterne.
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