Giorgia Meloni, durante un intervento a Confindustria, ha espresso il suo impegno a ostacolare gli obiettivi del Green Deal europeo e la transizione ecologica. Poche ore dopo, l’Emilia Romagna si ritrovava nuovamente sott’acqua.
Il 18 settembre 2024, l’allerta rossa è scattata in Emilia Romagna, e i cittadini, già colpiti da una devastante alluvione nel maggio 2023, vivono con apprensione la situazione meteorologica, guardando nervosamente le previsioni e i cieli. Le scuole sono rimaste chiuse in numerosi comuni, mentre il personale della Protezione Civile monitorava gli argini dei fiumi. I sindaci si preparano ad emanare ordinanze per garantire la sicurezza della popolazione, e chi ha già perso tutto un anno fa teme di ripetere la stessa triste sorte.
Nel frattempo, a Roma presso l’Auditorium Parco della Musica, il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha esordito all’assemblea annuale dell’associazione, criticando apertamente il Green Deal: “Ci sono troppi errori in questo piano che mettono a rischio la nostra industria. La decarbonizzazione perseguita anche a costo della deindustrializzazione si rivela un fallimento”, ha affermato, puntando il dito contro il progetto europeo per la transizione ecologica.
In questo contesto, la premier Meloni non ha esitato a garantire il suo pieno sostegno alla causa di Confindustria, promettendo di lavorare per boicottare il Green Deal: “Ringrazio per la chiarezza sui risultati disastrosi di un approccio ideologico. Siamo dediti a correggere queste decisioni”, ha sottolineato la presidente del Consiglio.
Parole che risuonano in netta contraddizione rispetto alla realtà nel paese. In un’altra dichiarazione, Ursula von der Leyen ha definito il Green Deal un’iniziativa di un’epoca superata, affermando che “ora le priorità sono la competitività e la sicurezza”. L’Europa, secondo lei, deve adattarsi a un mondo in cui la globalizzazione è sotto attacco e la concorrenza con la Cina si fa sempre più serrata.
Mentre Meloni e von der Leyen discutevano senza dare peso alla questione della decarbonizzazione entro il 2030, le immagini degli allagamenti in Emilia Romagna riaffiorano nei ricordi della loro visita in elicottero sulle zone sommerse nel maggio precedente. Nel frattempo, i fiumi hanno cominciato a esondare, costringendo le persone a rifugiarsi ai piani superiori delle proprie abitazioni e bloccando il traffico ferroviario, con un numero crescente di sfollati.
Le affermazioni di leader politici e imprenditoriali risultano sempre più distaccate dalla tragica realtà in cui si trovano tantissimi uomini e donne in Italia, colpiti da eventi climatici estremi. Non solo in Emilia Romagna, ma anche in Portogallo e altrove in Europa, con incendi devastanti e inondazioni che mettono in evidenza l’urgenza di affrontare la crisi climatica. Se l’attuale contesto geopolitico ha spostato l’attenzione dalla riconversione ecologica, ciò non implica che la crisi climatica svanisca. Chi è stato sfollato dalla propria casa in queste ore lo sa fin troppo bene.
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